Come non farsi male

Salvatore Merlo

“Il patto con Renzi deve tenere. Le riforme noi le vogliamo fare. Certo, quella del Senato va migliorata. Ma non è solo questo il problema”. E Paolo Romani, capogruppo di Forza Italia a Palazzo Madama, spiega al Foglio qual è la ragione autentica delle inquietudini che agitano la corte del Cavaliere. “Renzi è una novità gigantesca”, dice. “E’ il primo leader che a sinistra non demonizza Berlusconi, ma con il Cavaliere al contrario ci parla. Lo incontra, lo legittima. Renzi è capace di voler incontrare Berlusconi persino il giorno prima che gli vengano comminate le pene accessorie. L’effetto è interessante, dirompente, una novità storica. Lui sta scompaginando tutti gli equilibri cui era abituata l’Italia.

    “Il patto con Renzi deve tenere. Le riforme noi le vogliamo fare. Certo, quella del Senato va migliorata. Ma non è solo questo il problema”. E Paolo Romani, capogruppo di Forza Italia a Palazzo Madama, spiega al Foglio qual è la ragione autentica delle inquietudini che agitano la corte del Cavaliere. “Renzi è una novità gigantesca”, dice. “E’ il primo leader che a sinistra non demonizza Berlusconi, ma con il Cavaliere al contrario ci parla. Lo incontra, lo legittima. Renzi è capace di voler incontrare Berlusconi persino il giorno prima che gli vengano comminate le pene accessorie. L’effetto è interessante, dirompente, una novità storica. Lui sta scompaginando tutti gli equilibri cui era abituata l’Italia. Il sistema si reggeva su una dicotomia selvaggia, berlusconiani contro antiberlusconiani. Era fondato su una cecità della sinistra che finiva con il rafforzare Berlusconi. Ecco, Renzi fa piazza pulita di tutto questo. Il che è una cosa positiva per certi versi, ma contemporaneamente impone anche a noi dei cambiamenti. Renzi, per dire, in questo momento, confonde persino i nostri elettori. Ci contende il consenso. Ed è questo che intendeva dire Giovanni Toti, l’altro giorno, nell’ormai famoso fuorionda”. E insomma Renzi è un competitor del centrodestra, come ha detto una volta anche Berlusconi. “Dunque, se non vogliamo soltanto subire questo fenomeno”, dice Romani, “noi di Forza Italia dobbiamo collaborare con Renzi da una posizione paritaria, attiva. Senza stare al rimorchio. E in questo senso è opportuno discutere della riforma del Senato, che per com’è stata proposta ha tanti difetti. Ma contemporaneamente c’è una questione politica. Forza Italia deve mettersi alla testa di una forte coalizione di centrodestra. La più vasta possibile”. Il Cavaliere ha siglato un accordo con Francesco Storace, che entra in Forza Italia. Anche Pier Ferdinando Casini è in rapido avvicinamento al partito del Cavaliere. Ed è anche per questo che oggi Romani parteciperà alla Camera a un dibattito sul futuro del centrodestra con gli uomini di Angelino Alfano, con Fabrizio Cicchitto e Gaetano Quagliariello.
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    Dice Paolo Romani: “Le riforme che propone Renzi sono nell’interesse del paese, e condividiamo anche la velocità che lui impone al cambiamento. Già nel 2006 noi volevamo diminuire i parlamentari e superare il bicameralismo. Ci arrivammo per primi. E fu uno sciagurato referendum, promosso dalla sinistra, a cancellare quella riforma. Dunque rispetteremo il patto siglato con Renzi a gennaio. Ma, e lo dico con estrema pacatezza, il testo che ha proposto Renzi non è il massimo. Lui vorrebbe costituire un’assemblea di sindaci e amministratori locali, eletti per fare altro, e attribuire loro il potere di eleggere il presidente della Repubblica, i membri del Csm e quelli della Corte costituzionale. E’ un modello sbagliato, pasticciato. E dirlo non significa voler far saltare le riforme. E d’altra parte – aggiunge Romani – sulle funzioni del nuovo Senato siamo invece d’accordo: tutti vogliamo che la fiducia al governo diventi prerogativa della sola Camera dei deputati. Se il presidente del Consiglio ci ascolta, lui ottiene lo stesso un sistema monocamerale. E ottiene pure una maggioranza così larga da evitare il referendum confermativo”.

    E insomma Romani ha un altro tono, e la sua è una grammatica distante da quella del suo collega capogruppo della Camera, Renato Brunetta, ieri impegnato in un lancio di ultimatum rivolti a Renzi e al Pd. Tuttavia, conclude Romani: “Chiediamo che si approvi rapidamente la nuova legge elettorale, com’era negli accordi presi tra Berlusconi e Renzi. E non lo dico per chissà quali ragioni rivendicative. Lo dico perché siamo interessati a fare sul serio, e a ottenere le riforme. Inutile aspettare, perdere tempo. Renzi rilanci, faccia in fretta. E saremo tutti contenti”.

    • Salvatore Merlo
    • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.