Fenomenologia del (finto) tombeur da aperitivo

Marianna Rizzini

    Da più parti ci giungono segnalazioni insistenti e dunque segnaliamo: gli aperitivi (almeno in Italia, all'estero non abbiamo ancora riscontri ma ci informeremo) pullulano di personaggi che possono senza dubbio essere definiti "finti tombeur da happy hour" (e pare esista anche la versione femminile: finta femme fatale). Finti perché cercano di rimorchiare, sì, fanno complimenti, si inseriscono nelle conversazioni altrui con chiaro intento rimorichiatorio – e ci riescono nel senso che estorcono numeri di telefono e vaghi appuntamenti ad altri aperitivi – ma l'operazione rimorchiatrice dura lo spazio di un drink e al massimo del comune sgomitamento per raggiungere il buffet. Poi vanno a casa, e pare che difficilmente richiamino la persona a cui hanno estorto il suddetto numero di telefono: o sono sposati o sono fidanzati o sono lavorodipendenti con lavoro da finire dopo cena o sono egoriferiti al punto che gli basta così. Dunque l'aperitivo, contrariamente a quanto si pensi, non è un luogo pericoloso (possono stare tranquilli i fidanzati e le fidanzate degli aperitivisti incalliti: all'aperitivo non succede nulla, e dopo nemmeno).

    • Marianna Rizzini
    • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.