Consigli per l'aperitivo elettorale
Scriviamo al candidato ignoto (di sinistra, di destra, di centro) che in questi giorni si appresti a organizzare un aperitivo elettorale. Da aperitivisti incalliti ci sentiamo infatti in dovere – visto il livello non eccelso degli aperitivi elettorali fin qui osservati – di porgere qualche consiglio da esperti (ma magari qualche lettore ha un suggerimento).
1 Evitare le terrazze in cima alle sedi di partito (così ama fare il Pd): la riuscita dell'aperitivo è inficiata dall'aria di smobilitazione che di solito si respira in tali sedi attorno alle 8 di sera – sono pur sempre uffici. E comunque gli aperitivisti generici, che potrebbero diventare elettori, sono disincentivati a partecipare: dov'è l'aperitivo, chiedono? E se gli rispondi che è nella sede di un partito si vedono già davanti un banco spoglio, due olive, due crostini, aranciata e coca cola, nessun barman, nesusna bella ragazza (anche se sono tempi di veline).
2 Evitare altresì gli alberghi (così ama fare il Pdl). Fa troppo "lost in translation" (da non confondere con "Lost in Pd", libro del giornalista Marco Damilano. Per il Pd vedi punto 1)
3 Prediligere piazze, locali con giardino, luoghi apparentemente casuali. Il convenuto deve pensare di andare a un aperitivo carino e divertente, dove mangia decentemente e beve quello che vuole (no aranciata e coca cola). E poi, zac, il candidato deve uscire dal nulla (e possibilmente porgere un mojito).
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