Contro l'università aperta a tutti
Chi protesta per avere una formazione orizzontale dell'uomo e del cittadino sta facendo del male al nostro paese
Prima di scrivere quanto segue ho contato fino a cinque. Uno: alla University Library di Cambridge si accede accostando una tessera a un sensore, senza di che non si sblocca lo sportello che protegge sette milioni di volumi. Due: prima di entrare alla Bodleian Library di Oxford bisogna porgere la tessera, mostrare l'interno della borsa e magari accennare un timido inchino all'usciere; i più allenati compiono il tutto in un unico gesto. Tre: la Bibliothèque Nationale de France prevede una serie successiva di sbarramenti concentrici, liberamente ispirata al palazzo che rende folli ne Le dodici fatiche di Asterix. Quattro: all'Harry Ransom Center di Austin, Texas, si viene sottoposti alla previa visione coatta di un filmato che spiega cosa sia e come funzioni una biblioteca. Cinque: quella che ho visto addosso a un custode della Biblioteca Nazionale di San Pietroburgo mi sembrava proprio una pistola, ma come dissuasore per i demotivati bastava il caso che gli addetti all'accoglienza dei nuovi utenti parlassero solo in russo.
I ragazzi che a Bologna hanno occupato la biblioteca di studi umanistici per protestare contro i tornelli hanno inconsapevolmente espresso la distanza fra il modello d'istruzione italiano e quello altrui. “Noi vogliamo solo studiare! L'università dev'essere aperta a tutti!”, hanno rivendicato a vario titolo: sanno che in Italia l'istruzione viene spacciata per formazione orizzontale dell'uomo e del cittadino, quindi hanno combattuto per garantire il diritto allo studio a chi è fuori. Di fatto hanno protestato contro la prospettiva che in Italia l'istruzione diventi faticosa ascesa a competenze ristrette, come avviene in queste cinque inaccessibili istituzioni o in tutte le altre che vogliano garantire il diritto allo studio a chi è dentro. In sintesi, gli occupanti di Bologna hanno manifestato per incoraggiare i ricercatori italiani a continuare a trasferirsi all'estero.