L'esito peggiore non è quello in cui Trump rifiuta l’esito delle elezioni, ma quello in cui usa tutto il suo potere a disposizione per far sì che il risultato non sia negativo per lui. Questo potere è molto grande e si esercita nei 79 giorni di interregno tra il 3 novembre e il 20 gennaio. C’è però ancora (almeno) un grado di separazione tra il piano del presidente e un regime
Gli Stati Uniti e l’Unione europea hanno detto che non possono considerare Aljaksandr Lukashenka il presidente eletto della Bielorussia. Lukashenka, che dice di aver vinto con l’80 per cento dei voti le elezioni di agosto, ha convocato settecento funzionari a un incontro segreto per autoproclamarsi presidente, mentre le proteste contro di lui e il suo imbroglio per restare al potere continuano pacifiche (pacifici sono i manifestanti, non i custodi del regime). Qualche ora dopo, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, rispondeva alle domande dei giornalisti in conferenza stampa alla Casa Bianca. Domanda: presidente, si impegna oggi a una transizione pacifica dopo le elezioni? Risposta di Trump: “Be’, dobbiamo vedere che succede”, “il voto via posta è un disastro, lo sapete tutti e lo sanno soprattutto i democratici”, “non ci sarà un passaggio di potere, ci sarà una continuazione del potere”. Poco dopo Mitt Romney, repubblicano del Senato americano ed ex candidato alla presidenza, ha twittato: “La transizione pacifica è fondamentale per la democrazia; se non c’è, c’è la Bielorussia. Ogni insinuazione sul fatto che il presidente possa non rispettare questa garanzia costituzionale è allo stesso tempo impensabile e inaccettabile”.
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