Lukashenka, il complice di Putin

Pavel Latushka

Il dittatore di Minsk ha  messo a disposizione la Bielorussia  per le  truppe russe come base per l’invasione dell’Ucraina. Reprime e tortura il suo popolo. Per questo va isolato e trattato proprio come il presidente russo

Questo testo è stato pubblicato per la prima volta sulla rivista inglese The New European.

C’è un leader in Europa che è stato al potere più di Vladimir Putin: Aljaksandr Lukashenka. C’è un leader in Europa più corrotto di Putin: Aljaksandr Lukashenka. C’è un leader in Europa che reprime e tortura il suo popolo più di Putin: Aljaksandr Lukashenka. C’è un leader in Europa che è riuscito a reprimere tutta l’opposizione interna al suo governo dittatoriale con più successo di Putin: Aljaksandr Lukashenka. Lukashenka ha governato la Bielorussia per 27 anni, alla fine dei quali Putin, leader della Russia per 22 anni, è rimasto il suo ultimo alleato in Europa. Lui, a sua volta, interpreta lo stesso ruolo per Putin. Lukashenka ha permesso a Putin di trasformare la Bielorussia in uno stato fantoccio della Russia, e nel frattempo è diventato il leader fantoccio di Putin. Accendete la televisione, la radio o un qualsiasi dispositivo collegato a internet in qualsiasi parte del mondo in questo momento per scoprire chi e cosa sta facendo notizia, e il nome Putin è ovunque. Putin, Putin, Putin. Il mondo intero sta parlando di Putin e, naturalmente, è corretto chiamare questa la guerra di Putin. Ma Lukashenka è davvero il suo partner in crime – il suo complice. E scelgo queste parole con attenzione. Il suo complice. Un criminale che ne aiuta un altro, permettendo che il suo paese venga usato come base per l’invasione russa dell’Ucraina, fornendo sostegno politico e militare mentre Putin ordina che i missili vengano lanciati su scuole, ospedali e asili, mentre cerca di soggiogare un’orgogliosa nazione sovrana alla sua volontà. Putin è stato giustamente condannato in tutto il mondo. Ma Lukashenka merita molto più disprezzo globale di quanto gliene sia stato inflitto. Potrebbe essere solo una pedina di Putin. Ma è anche uno dei principali attori di questo spettacolo dell’orrore, ed è lora che l’occidente se ne renda conto e agisca di conseguenza. Entrambi questi mostri devono essere ritenuti responsabili.

 

Il dittatore di Minsk va fiero del fatto di aver iniziato a lanciare missili sull’Ucraina prima dell’invasione russa

 

Il mio nome è Pavel Latushka e sto scrivendo questo articolo da esiliato politico a Varsavia, la capitale della Polonia, che attualmente accoglie un gran numero di ucraini in fuga dalla guerra. Sono in esilio perché dopo le elezioni presidenziali truccate in Bielorussia nell’agosto 2020, mi sono esposto contro i brogli, la corruzione e la criminalità, la violenza e la tortura usate contro coloro che hanno osato denunciare la frode elettorale per quello che era. Dopo essere stato ministro della Cultura nel regime e aver servito come ambasciatore all’estero, sono stato etichettato come terrorista e ho dovuto affrontare sette cause penali inventate contro di me, una delle quali prevede la pena di morte. Anche mia figlia di 27 anni, Yana, ha un procedimento penale inventato contro di lei, e mio cugino, Anatoly, è tra i 1.100 prigionieri politici attualmente torturati in Bielorussia. Inutile dire che tutti i nostri beni sono stati sequestrati dallo stato. Tutti i principali esponenti dell’opposizione sono in prigione o all’estero. 

 

Mentre Putin è ora visto come un criminale di guerra in tutto il mondo, si può affermare che non sarebbe stato nella posizione di lanciare l’invasione e far precipitare il mondo in un tale caos, senza il suo partner in crime al suo fianco. E se uno dei due credesse veramente nella democrazia, ovviamente Lukashenka sarebbe ormai storia passata. Sviatlana Tsikhanouskaya sarebbe ora presidente e si sarebbe opposta alla guerra illegale di Putin, mentre Lukashenka ha contribuito a lanciarla. Non c’è un osservatore elettorale indipendente o un sondaggista al mondo che creda che Lukashenka abbia sconfitto Tsikhanouskaya, per non parlare dell’enorme margine assegnato dalla Commissione elettorale – i cui membri sono stati nominati personalmente da Lukashenka – che ha annunciato di aver vinto con l’81 per cento dei voti. Non sorprende che le persone che sono venute a sapere delle elezioni truccate siano scese in strada. Non sorprende che le proteste siano state brutalmente represse. Centinaia di persone sono state torturate. Molte sono state violentate. Per un breve periodo, i leader e i diplomatici occidentali hanno promesso di sostenerci nella nostra lotta per i diritti democratici. Poi, come spesso accade, altre questioni hanno avuto il sopravvento, a Lukashenka è stato permesso di continuare, impunito dal mondo, con Putin che osservava con approvazione. Molto prima che i primi carri armati arrivassero in Ucraina, avevamo raccolto molteplici prove dei crimini di Lukashenka, che abbiamo passato alle autorità competenti, e che devono essere adeguatamente analizzate. E’ stato incoraggiante vedere che due ex premier britannici di partiti diversi, John Major e Gordon Brown, stanno mettendo insieme un gruppo di esperti per disegnare i contorni dei processo attraverso il quale Putin potrebbe costretto a rendere conto dei  suoi crimini di guerra. Lukashenka deve essere incluso, e io sono pronto a presentare quel che abbiamo contro di lui. Lukashenka deve essere assicurato alla giustizia. 

 

Nonostante l’unità occidentale, stiamo lasciando alla Russia un’enorme scappatoia a Minsk

 

Per quanto riguarda gli attuali capi di governo, c’è un passo importante che possono e devono fare se c’è serietà nel fare tutto il necessario per porre fine a questa terribile guerra e mantenere la promessa di isolare Putin. E ciò significa applicare a Lukashenka e alla Bielorussia le stesse sanzioni che sono attualmente rivolte a Putin e alla Russia. Sanzioni personali, sanzioni settoriali, sanzioni economiche più ampie. E’ l’approccio giusto nei confronti della Russia. E’ l’approccio giusto e necessario nei confronti della Bielorussia. Proprio come Putin mente, e come gli altri che ripetono le bugie per lui, così fa anche Lukashenka. Ma quando si tratta di guerra, si è condannato da solo, trovando impossibile non vantarsi di essere stato il primo a ordinare l’attacco all’Ucraina, lanciando missili dalla Bielorussia alle ore 23 del 23 febbraio contro l’Ucraina, circa cinque ore prima che le truppe di Putin attraversassero il confine. Missili, elicotteri d’attacco e jet da combattimento sono stati lanciati dalla Bielorussia contro l’Ucraina. 

 

Lukashenka deve andare sul banco degli imputati con Putin. Il presidente russo può aver iniziato questa guerra, ma dando alle sue truppe una base per l’invasione, Lukashenka l’ha facilitata, non ultimo accorciando il percorso verso Kyiv per quelle truppe. Il confine russo è a 250 chilometri da Kyiv, quello bielorusso a 180 chilometri. I brand occidentali sono giustamente sotto pressione per smettere di trattare con il mercato russo. Devono adottare lo stesso approccio nei confronti della Bielorussia e i politici, i media e il pubblico devono fare pressione perché questo accada. Altrimenti, credetemi, nonostante tutti i discorsi autocelebrativi sulle sanzioni più dure possibili alla Russia, state lasciando un’enorme scappatoia, consentendo alla Bielorussia di diventare una zona offshore per la Russia, il che significa che i russi avranno ancora accesso a tutti questi marchi occidentali. 

 

Nel 2014  fu vietata l’importazione di frutti di mare in Russia. Passarono tutti dalla Bielorussia

 

Perché ne sono così sicuro? Perché è esattamente quello che è successo nel 2014, quando alcune sanzioni sono state imposte alla Russia dopo l’annessione della Crimea. Vi faccio un esempio particolarmente ridicolo. Sotto il regime delle sanzioni, la fornitura di frutti di mare dai porti occidentali alla Russia era vietata. Lukashenka ha importato tutti i frutti di mare in Bielorussia, ha cambiato l’etichetta e li ha spediti in Russia. La Bielorussia esportava gamberi a iosa. Problema risolto: gli amici di Lukashenka hanno intascato milioni. Un promemoria: la Bielorussia non ha sbocchi sul mare. Non abbiamo mare. Non abbiamo frutti di mare. Non c’è alcun dubbio che gli stessi trucchi e molti altri vengano messi in atto ora. I corrotti uomini d’affari di Lukashenka diventeranno più ricchi, e lui avrà più soldi per finanziare l’apparato statale repressivo, non ultimo per mantenere la sua promessa di aumentare la spesa per la polizia, i servizi di intelligence e di sicurezza. L’occidente rischia di commettere un enorme errore se non dovesse capire che la Bielorussia deve essere trattata allo stesso modo della Russia in termini di sanzioni. Non farlo gli offrirà l’opportunità di fare soldi con la miseria che lui e Putin stanno infliggendo ai loro vicini in Ucraina sfruttando questo ruolo offshore. Gli permetterà anche di continuare a fornire alla Russia il proprio territorio per condurre azioni militari contro l’Ucraina e quindi “ripagare” i suoi vecchi debiti con il Cremlino. Se non ci credete, guardate di nuovo le loro parole e azioni: domenica, il ministero delle Finanze bielorusso ha annunciato che il rimborso del loro debito alla Russia è stato posticipato di cinque anni. Guardatelo per quello che è... il pagamento di Putin a Lukashenka per la sua partecipazione. Lukashenka è un co-aggressore nella guerra contro l’Ucraina, ed è l’ora che l’occidente lo tratti come tale. 

 

Per ripagare il sostegno bielorusso, Mosca ha posticipato il pagamento dei debiti di Minsk di cinque anni 

 

Prima della guerra in Ucraina, il mio team del National Anti Crisis Management ha raccolto prove che classificherebbero Lukashenka come un terrorista internazionale. Come descrivere altrimenti il dirottamento di un volo Ryanair dalla Grecia del maggio 2021 per riportare in patria il giornalista bielorusso in esilio Roman Protasevich, dove poteva essere punito e messo a tacere? Ancora una volta, per poco, l’opinione pubblica internazionale si è indignata. Ancora una volta, per poco, i leader dei maggiori paesi del mondo hanno espresso la propria rabbia e promesso azioni. Sono seguite sanzioni simboliche non dannose. Ancora una volta, nessuna responsabilità. Allo stesso modo, la creazione  deliberata di una crisi migratoria al confine bielorusso con l’Unione europea lo scorso novembre, il tutto operato con l’aiuto di Putin; ancora una volta, indignazione diffusa, seguita ancora una volta da sanzioni simboliche che hanno provocato qualche titolo di giornale, ma scarso impatto, e ancora una volta, nessuna responsabilità. Su questi e altri incidenti, comprese le prove che abbia ordinato la repressione di massa attraverso la tortura, l’intimidazione e l’incarcerazione dei manifestanti dopo le elezioni truccate, con l’aiuto di un avvocato polacco abbiamo consegnato il mese scorso 40 mila pagine di prove al tribunale penale internazionale dell’Aia. Queste prove sono state ricevute: nessuna indagine è ancora iniziata. Abbiamo intenzione di diffondere anche questo in maniera più ampia mentre cerchiamo di risvegliare il mondo rispetto alla necessità di comprendere che Lukashenka è parte integrante della macchina da guerra di Putin. Sono grato per avermi dato l’opportunità di raccontare quello che stiamo facendo. Invieremo questo articolo, con le prove che abbiamo raccolto, ai leader e ai diplomatici delle maggiori potenze delle Nazioni Unite, e ai media di tutto il mondo. L’occidente deve capire che Lukashenka è un attore serio nei giochi di guerra di Putin. L’occidente ha bisogno di una risposta seria: procedimenti giudiziari per i crimini del passato; sanzioni per i crimini attuali. Qualsiasi cosa in meno è fare il suo gioco e quello di Putin. Il popolo dell’Ucraina e il popolo della Bielorussia meritano di meglio.
 

Pavel Latushka è a capo del National Anti Crisis Management della Bielorussia, il governo ombra del paese in esilio. E’ un ex ministro bielorusso della Cultura ed è stato ambasciatore in Francia, Spagna, Polonia e Portogallo.