Una instabile armonia

Claudia Gualdana

Simone Zacchini
Edizioni ETS, 194 pp., 19 euro

In lingua italiana non era ancora stato scritto né tradotto, un libro così. Cioè che si allontani dalla classica biografia nicciana per seguire altre strade. Chi era Nietzsche, da giovane?, si chiede l’autore. Non c’è traccia di pedanteria accademica in questo libro, che è in sé un unicum. L’autore confessa che qualcosa del genere esiste in Germania, non altrove. Non ostante un notevole corpus di documenti sulla sua giovinezza, fatto di lettere, appunti, saggi, poesie e componimenti musicali, tutto ciò è stato utilizzato per anticipare i nodi cruciali della sua filosofia. Merito della sorella, Elisabeth Förster-Nietzsche, la quale conservò gelosamente i ricordi di Friedrich e scrisse la sua biografia, dando vita al canone secondo cui tutto ciò che aveva studiato il ragazzo era in seme il genio dell’adulto. Per Zacchini le cose non sono così scontate e cambia punto di vista: esclude la filosofia e si concentra sul resto. La formazione, le passioni culturali, l’educazione, le esperienze personali. “Solo così – spiega – è possibile mettere nella giusta prospettiva la filosofia di un uomo che ha lentamente ma progressivamente smantellato tutta la sua eredità. Nietzsche non nasce Nietzsche, lo diventa. E lo diventa proprio contro”. Contro se stesso. Ossia tutto ciò che aveva appreso nei giorni della sua educazione. Discendente da una stirpe di pastori protestanti prussiani, il teorico della morte di Dio di cristianesimo ne aveva respirato tanto. Per capire di cosa visse la sua anima, non si può prescindere dalla chiesa, dal pietismo, dalla “luce abbagliante del Natale”, gioia della sua infanzia. Presto prende lezioni di musica e di canto. Era solo un bambino, era lunga la via cronologica da percorrere dagli anni di Naumburg e Pforta fino al suo ingresso a Basilea. Quel lasso di tempo poco noto si spalanca con umanità in queste pagine colte, perché Nietzsche colto lo fu, per destino e per scelta, fin dal principio. I suoi educatori, luterani, sono della Facoltà di teologia di Halle, di stampo pietista. Viene poi, nella giovinezza, la cultura romantica, in cui la musica la fa da padrona. Friedrich la conosceva bene, ascoltava Bach, Schumann, Wagner, ma il suo perimetro comprendeva anche, tra Halle, Berlino e Weimar, Händel, Mendelssohn e Liszt. Romantica è anche la sua passione per l’Ellade, mediata dal Platone mistico dal teologo Schleiermacher, così come dal Winckelmann e dalla poesia tragica di Hölderlin. Un groviglio di suggestioni e di idee, una rete di significati di cui si è nutrito il padre dello Zarathustra. Che è sciolto tra queste pagine, in cui tanto c’è anche dell’animo del giovane Nietzsche.

 

UNA INSTABILE ARMONIA
Simone Zacchini
Edizioni ETS, 194 pp., 19 euro

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