Ecologisti d'Emilia ai nastri di partenza. Parlano Schlein e Galletti
In Emilia-Romagna i Verdi hanno aperto un dialogo con il centrosinistra dopo il buon risultato delle europee. Intanto l’ex europarlamentare di Possibile propone “un progetto civico e politico, progressista e innovativo”
Roma. Si discute di plastic tax, non soltanto tra Italia viva e Pd, ma anche tra ambientalista e ambientalista (l’ex ministro Edo Ronchi esprime perplessità; l’ex parlamentare pd Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, approva la “direzione” ma auspica modifiche). Soprattutto, si discute in Emilia-Romagna, la regione dove si voterà nel gennaio 2020 e dove il governatore Pd uscente Stefano Bonaccini si è mostrato dubbioso sulla tassa ecologica così com’è stata presentata: “La mia regione ha il 63 per cento del fatturato dell’imballaggio”, ha scritto sull’Huffington Post, dicendosi fiducioso riguardo a un “intervento da parte del governo”. E insomma, ha detto poi al Corriere della Sera, “la transizione verso il plastic free è indispensabile, ma il compito di chi governa è accompagnare e guidare questi passaggi, come stiamo facendo noi in Emilia-Romagna”. E proprio in Emilia-Romagna, alla vigilia e dopo le europee, era circolata l’idea-speranza di una “ripartenza verde”, in vista del futuro test regionale. Oggi, a due mesi e mezzo dall’appuntamento elettorale, sul campo ecologista ancora indefinito nei contorni si muovono vari attori. Dalla Federazione dei Verdi, il portavoce regionale Paolo Galletti, a proposito di tasse, ricorda le parole di Alex Langer: “La riconversione ecologica deve essere desiderabile”. Quindi è da attuarsi “lungo un percorso di dialogo con e tra le parti sociali. Bene quindi la plastic tax ma con riguardo alla sostenibilità anche per le imprese – in questo Bonaccini non ha tutti i torti”. I Verdi, dice Galletti, “dopo il buon risultato delle europee” (2,93 per cento in Emilia, 2,32 in Italia) hanno “aperto un dialogo con il centrosinistra già prima dell’estate, a proposito di emergenza ambientale e regione plastic free. E due settimane fa, durante un’assemblea regionale, abbiamo dato mandato al consiglio federale di continuare a dialogare, a partire dalle prospettive dell’innovazione in campo ambientale in una delle regioni più ricche d’Europa, tenendo ferma l’attenzione sul tema sociale e sull’emergenza democratica di una competizione con le destre estremiste. Puntiamo al rilancio della nostra presenza” (e vorrebbero, i Verdi emiliani, che Silvia Zamboni, già candidata alle europee, desse la sua disponibilità).
Intanto l’ex europarlamentare di Possibile Elly Schlein, da anni in prima linea sui temi ambientali, annuncia, per sabato 9 a Bologna, l’assemblea aperta “Regione futura”, evento di lancio di “un progetto aperto a tutti”: si riuniranno infatti tutti gli interessati alla costruzione “di un progetto civico e politico, progressista e innovativo” in cui si possano tenere insieme “transizione ecologica, questione sociale, lotta alle diseguaglianze e innovazione tecnologica al servizio delle persone”. Si tratta di lavorare a un insieme di liste civiche, mantenendo aperto il dialogo con il centrosinistra (compresi i Verdi che per ora come si è visto si muovono su piano autonomo). Guardano con favore al progetto, tra gli altri, l’ex governatore Vasco Errani, Silvia Prodi, Marco Boschini, coordinatore della rete Comuni virtuosi, e Federico Amico, presidente di Arci Emilia Romagna. Dice Schlein al Foglio, a proposito di plastic tax, di essere “favorevole a un intervento sulla fiscalità che voglia aiutare a eliminare progressivamente le plastiche più dannose”, ma che, ferma restando la migliorabilità della tassa in questione, “il punto vero è un altro: insistere anche sui vincoli di scopo della tassazione. L’importante è reinvestire i ricavi nell’economia circolare che sostiene la conversione”. Per Schlein l’allarmismo sulla plastic tax è eccessivo: “In Emilia quel settore ha già dimostrato di sapersi adattare, anche se certo si deve continuare ad accompagnare il processo, e trovo singolare che la tassa sia stata criticata da quelli che hanno aperto le loro convention con grida d’allarme sull’ambiente. In Emilia, regione in cui c’è già una storia di innovazione e dialogo tra le parti sociali, ci sono tutte le condizioni per ripensare un modello di sviluppo da qui ai prossimi 5-10 anni, e per rispondere alla piazza che chiede di agire sull’emergenza climatica”.