Il presidente della Roma, James Pallotta (foto LaPresse)

La minaccia di Pallotta: “Senza stadio vendo la Roma”

Redazione

Sulla Capitale alle prese con la guerra dell'acqua e i guai di Atac, si abbatte anche l'ultimatum del presidente giallorosso

Non bastava la guerra dell'acqua, non bastavano l'Atac e il direttore genera Bruno Rota che ne certifica in maniera pubblica e inequivocabile il fallimento, ora sulla Capitale di Virginia Raggi torna ad abbattersi il “ciclone” James Pallotta. Non è la prima volta che il numero giallorosso prova a rompere il muro di veti politici e pastoie burocratiche che ha trasformato in una storia infinita il progetto per la costruzione del nuovo stadio. Ma siccome il problema continua a ripresentarsi, ecco che il presidente torna a minacciare. E in un'intervista all'Associated Press attacca: “Non vogliamo vendere il club, pensiamo ci siano ottime possibilità di costruire una grande squadra, uno stadio con strutture anche di intrattenimento. Ma se non riuscissi a ottenere l’ok, allora qualcun altro dovrà prendersi la briga di farlo al posto mio”. Insomma, senza stadio Pallotta è pronto a salutare tutti e tornare negli Stati Uniti. Ovvio che le sue parole siano più che altro un tentativo di accelerare il via libera al progetto che al momento è fermo in Regione (anche e soprattutto per le modifiche apportate su richiesta del Campidoglio), ma visto come sono andate le cose negli ultimi anni non è escluso che il presidente della Roma possa decidere di veramente di mollare tutto.

 

 

Nel frattempo, combattivo più che mai, Pallotta riserva un attacco anche al Milan e alla sua campagna acquisti da 200 milioni di euro. L'Uefa ha rinviato ad ottobre la resa dei conti con la società rossonera. Il presidente giallorosso non ha gradito: “È uno scherzo, sono pazzi. Tutto questo non ha senso, il Milan non ha soldi”. In ogni caso, ha aggiunto, “l'amministratore delegato del gruppo Elliott, Paul Singer, è un mio amico. Diventeranno i proprietari della squadra. Hanno un debito”.