L'impero dei sensor
Dal sesso clandestino al matrimonio. Tra trentacinque anni qualcuno dirà: vi dichiaro robot e marito
Che l'istituzione del matrimonio sia in crisi un po' ovunque, insomma, non è una novità. E non c'entrano le unioni civili, nemmeno il divorzio breve: forse è soltanto quell'idea di un sentimento condiviso, cercarsi e poi trovarsi, sopportarsi, che non è più tanto moderna. Lo ha detto pure il Papa, oggi, all'Udienza generale: "Gli sposi novelli io li chiamo i coraggiosi perché ci vuole coraggio per sposarsi". E infatti la crisi dei matrimoni c'è pure nell'èra in cui una app può risolverti ogni situazione, e trovarti l'anima gemella grazie a un algoritmo. La scienza ha i suoi limiti e il problema, piuttosto, sono gli uomini – intesi come specie umana: sbagliano, annoiano, parlano troppo, parlano troppo poco, sono egoisti, sono sessualmente insufficienti. C'è una sconfinata letteratura di fantasia basata sull'idea di una moglie (o marito) talmente perfetta da sembrare (essere?) finta, ma negli ultimi decenni il rapporto tra corpo biologico e macchina antropomorfa è diventato una realtà grazie alla scienza. I robot sono sempre più vicini all'essere umano, interagiscono, e fanno, anzi danno, sesso. Non siamo ai livelli di "Westworld", ancora, ma poco ci manca. Qualche tempo fa, su queste colonne, avevamo raccontato l'origine delle macchine che promettono di sostituire il partner erotico, dalla bambola dell'artista Matt McMullen passando per quelle dell'ingegnere Douglas Hines fino al robot giapponese Pepper, i cui sviluppatori hanno dovuto inserire tra le clausole del contratto di vendita "vietato fare sesso con Pepper".
E' anche per questo boom d'immaginario erotico che già da tempo esistono movimenti e campagne contro l'amore tra uomo e macchina: è un problema etico, insomma, che riguarda la possibile estinzione del genere umano ma anche l'abituarsi al rapporto padrone-schiavo con l'altro, considerare le persone al pari di oggetti e le prostitute semplicemente sex-machine (qui c'è una vera intervista con l'animatrice, in carne e ossa, del movimento Campaign against sex robot, Kathleen Richardson). Altro che depenalizzazione dell’infedeltà coniugale, qui il problema è che un robot è per sempre. Perché tutto questo indignarsi potrebbe essere ormai fuori tempo massimo. Alla conferenza “Love and Sex with Robots” che si è tenuta qualche giorno fa all'università degli artisti di Londra, la Goldsmith University, lo scacchista e matematico David Levy – autore di una bibbia sul tema, ovvero il libro "Love and Sex with Robots" – ha detto: "Entro il 2050 si legalizzeranno i matrimoni tra umani e robot". Per Levy, le coppie miste saranno una normalità già tra una quindicina di anni – scrive Quartz – e i matrimoni possono sembrarci impossibili oggi, ma "trentacinque anni fa si pensava la stessa cosa dei matrimoni gay. E fino agli anni Settanta alcuni stati non permettevano i matrimoni tra bianchi e neri. Le società cambiano e progrediscono rapidamente". Pure Adrian Cheok, docente di Pervasive computing, è convinto: "Se un robot si comporta come se ti amasse, e tu lo senti davvero, allora si è quasi al livello di un amore umano". E poi: "Abbiamo già molta empatia con creature non-umane o di altre specie, come gatti e cani. Dunque, se avessimo dei robot che si comportano come umani, basterebbe un piccolo salto per essere empatici anche nei loro confronti". Una sua allieva, Emma Yann Zhang, è già finita sui giornali per aver messo a punto “Kissinger”, che sta per “mobile kiss messanger”, un affare che si infila nel telefonino e grazie al quale il bacio virtuale è un po’ meno virtuale. In fondo molte donne, già oggi, preferiscono lo smartphone al bacio sotto casa, il gatto all'uomo. Ma non è detto che vorrebbero sposarlo.