Henri Matisse. Sulla scena dell'arte e le foto di Balthasar Burkhard
A Forte di Bard e a Lugano due mostre da visitare nel weekend
Bob Wilson e i suoi allestimenti di luce sarebbero arrivati molto dopo. L’immenso sipario per “Parade”, Picasso l’aveva invece realizzato poco prima. Fu forse quello che convinse Matisse che ci si poteva sporgere verso la vertigine dell’opera d’arte totale. Dove l’azione scenica non si distingue dall’iconografia, la recitazione dal canto, la musica dalle tonalità di colore. Qui a Bard vanno in scena, appunto, gli ultimi anni di Nizza. Quelli che finiscono con la regia finale: quella che coglie la vera natura del teatro: quella rituale. Che cos’è La Cappella del Rosario, in fondo, se non la più raffinata delle macchine drammaturgiche?
Forte di Bard (Ao), “Henri Matisse. Sulla scena dell’arte”. Fino al 14 ottobre
Era il fotografo di corte del divo Harald Szeemann, il curatore che ha cambiato per sempre il modo di fare mostre. Burkhard si trovava a mollo nella scena dell’arte di allora. Poi, da reporter, si trasforma in qualcos’altro. Le immagini diventano monumentali, stampate su tela, le città riprese dal cielo, gli animali ritratti come fossero persone. Memorabili il trittico di busti di donna e il colonnato di nove gigantografie della stessa gamba. E quell’onda selvaggia del mare della Normandia? E’ la stessa che travolse la fantasia di Courbet. C’è anche il remake de “L’origine del mondo”, ma non è il suo pezzo migliore.
Lugano, Masi, “Balthasar Burkhard”. Fino al 30 settembre
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