Agorafobici uniti
Appello per un soggetto politico che abbracci i problemi psichiatrici di noi italiani
In una fase storica come questa, così concentrata sulla pancia dell’individuo, un paese come il nostro dovrebbe smetterla di stigmatizzare il disagio psichiatrico, e cominciare a comprenderne i margini di profittabilità e affermazione internazionale. Inutile continuare ad analizzare il fenomeno, denunciarlo, farsene portavoce o metterlo alla berlina: vero o percepito che sia, il disagio c’è. Sta a noi ricavare il meglio da questa situazione. Per prima cosa, l’onda va cavalcata e per farlo serve un movimento che dia alla gente la certezza che lo Stato ti ascolta e protegge, a prescindere dal tuo livello di paranoia o deficit cognitivo. Un movimento che metta sullo stesso piano i bisogni del più fascista dei popolani e di una milanese del centro, una che per strada non teme solo gli stranieri, ma qualsiasi italiano che non vesta Caraceni. Che cosa hanno in comune queste categorie apparentemente così lontane? La brama di avere le forze dell’ordine alle loro dipendenze. E chi può incarnare al meglio questo desiderio se non il Partito delle Agorafobiche? Un soggetto politico che abbraccia i problemi psichiatrici di noi italiani, che ci garantisca protezione e servizio ovunque:
Aeroporti ordinati
Stazioni ferroviarie presidiate dalla polizia
Servizio sanitario a livelli stellari
Assistenza burocratica personalizzata
Grande liberalità e joie de vivre nella prescrizione di farmaci
E per bilanciare le note più cupe di questo paradiso sanitar-autoritario, serve una squadra di governo capace di estetizzare il tutto, un gruppo di lavoro che prenda la paura, la pigrizia e la chiusura mentale in cui affondiamo e le traduca in qualcosa di bello, efficiente e remunerativo.
Voglio Ornella Vanoni come ideologa del partito, Paola Ferrari ministro dell’Economia, Anna Maria Tarantola agli Interni, Miuccia Prada agli Esteri, Patty Pravo alla Sanità, Laura Boldrini alla Difesa e attendo fiducioso il suo coming out agorafobico prima di incoronare come nostra leader Elsa Fornero, che ogni volta che parla dimostra competenza e civiltà. Su un governo di questo livello, si poserebbe l’occhio benevolo della presidente della Repubblica Elsa Peretti. Pensate alla risonanza che avrebbe per l’Italia una svolta politica di questa portata: saremmo il primo paese ad avere uno dei suoi delegati che si becca un attacco di panico al G8. Il primo paese ad accogliere e tutelare l’inadeguatezza, l’ansia e la depressione dei suoi cittadini. Il primo paese a riconoscere che gli immigrati, l’Europa e la globalizzazione non hanno nessuna colpa: tutto quello che non va è frutto dei nostri disordini mentali che vanno curati.
Il primo paese che ti ascolta fino alle estreme conseguenze.