Quanto è freddo oggi il fiume Han?

Giulia Pompili

Il fiume che bagna la capitale sudcoreana Seul è quasi tutto ghiacciato come non succedeva da settantuno anni. Ma la sua temperatura è anche il simbolo di altro

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IN PRIMO PIANO: QUANTO È FREDDO OGGI IL FIUME HAN?

 

  

Freddissimo, in questi giorni. E' quasi tutto ghiacciato come non succedeva da settantuno anni. Ma la temperatura del fiume Han, il fiume che bagna la capitale sudcoreana Seul e anzi la divide a metà, è anche il simbolo di altro. Per capire che cosa significa l'espressione, bisogna tornare alla crisi finanziaria asiatica del 1997, quando molti businessman che avevano perso tutto sceglievano il fiume Han, e le sue gelide acque, per farla finita.

 

Oggi l'espressione sta pericolosamente tornando di moda in Corea del sud, e lo dimostrano le ricerche su internet. E la colpa è dei Bitcoin. La Corea del sud è uno dei mercati più grandi di criptovaluta. Negli ultimi anni sempre più sudcoreani, dai giovanissimi fino agli anziani, hanno investito in Bitcoin e la volatilità del prezzo della moneta degli ultimi giorni sta terrorizzando molti di loro.

 

Korea exposé spiega che Bitcoin Talk, uno dei siti internet più frequentati al mondo per chi cerca affari virtuali, in alto a destra sulla sua homepage tiene fissa la temperatura del fiume Han.

 

Visto il boom di popolarità dei Bitcoin, ma soprattutto visto che in molti si aspettano che la bolla prima o poi scoppi, il governo sudcoreano – che fino a ieri aveva ignorato la questione "per non dargli importanza" – ha iniziato a muoversi per regolarne il mercato. E magari tassare la criptovaluta.

 

Il primo ministro sudcoreano Lee Nak-yeon ha detto giorni fa che "ci sono casi in cui i giovani coreani, compresi studenti, ci si buttano per cercare di fare soldi velocemente, ma le valute virtuali sono utilizzate in attività illegali come lo spaccio di droga o le frodi".

 


 LA SETTIMANA


 

PENISOLA COREANA

E' morto a settantasette anni Charles Jenkins, un personaggio straordinario. Ha raccontato la sua vita più volte, e oggi sappiamo che quel giorno di dicembre del 1965, quando era di stanza in Corea del sud come membro del contingente americano dislocato nella penisola, scappò oltre il 38° parallelo "dopo dieci bottiglie di birra". Era ubriaco, insomma, non un disertore consapevole (qui c'è una famosa intervista che gli fede Jake Adelstein nel 2013). Nessuno ha mai saputo perché, ma Pyongyang permise a Jenkins di uscire dalla Corea del nord nel 2004. Non volendo tornare negli Stati Uniti, subì il processo per diserzione in Giappone, e poi si trasferì sull'isola di Sado, con la famiglia. In quasi quarant'anni in Corea del nord, Jenkins fece il protagonista di molti film di propaganda, era una celebrità, ma subiva comunque il trattamento del regime – come quando scoprirono il suo tatuaggio militare e glielo tolsero levando via la pelle con le forbici. Scrive Usa Today: "La morte di Jenkins ci ricorda che se ci sono ancora rapiti in Corea del nord, il loro tempo per tornare a casa sta per scadere".

Il choco pie è il biscotto che si mangia di più in Corea del sud. E' fatto di biscotto, ripieno di marshmallow, ricoperto di cioccolato – una specie di bomba calorica. Quando era aperto il complesso industriale congiunto tra Corea del nord e Corea del sud di Kaesong, le aziende sudcoreane avevano istallato le macchine automatiche per distribuire i choco pie ai dipendenti, e i nordcoreani erano diventati pazzi, tanto che al mercato nero erano venduti a carissimo prezzo ("Il biscotto dei capitalisti"). Ora è uscita la notizia che il soldato nordcoreano che è scappato al sud, qualche settimana fa, come primo desidero avrebbe espresso quello di mangiare un choco pie, e così la Orion gliene ha regalato una fornitura a vita.

Come abbiamo scritto spesso, per capire l'evoluzione del cerchio magico di Kim Jong-un bisogna studiare le fotografie – un po' come succedeva durante la Guerra fredda con il Cremlino o con la Cina. Qualche giorno fa c'è stato in Corea del nord l'Ottavo Congresso dell'industria delle munizioni, e questo ha dato modo agli studiosi di analizzare la leadership militare che ha realizzato l'arsenale missilistico e nucleare di Pyongyang. In questo lungo e dettagliato articolo del Ny Times, si racconta in particolare il cosiddetto "quartetto dei missili", e il rapporto di Kim Jong-un con i suoi scienziati: scordatevi l'immagine che viene fatta passare del leader che fa uccidere i suoi scienziati quando falliscono, anzi.

Quando qualcuno di alto profilo sparisce dalle cerimonie ufficiali, in Corea del nord, c'è sempre da prendere la notizia con le pinze (perché poi succede che ogni tanto resuscita/ricompare). Ma in questi giorni si parla sempre più insistentemente di Hwang Pyong-so, membro del Comitato centrale del Partito dei lavoratori e – pare – uno degli uomini più vicini a Kim Jong-un. Lui e il suo vice sono spariti, e secondo il giornale sudcoreano JoongAng Ilbo sarebbero stati arrestati per corruzione.

Le chiamano le barche fantasma. Sono le barche nordcoreane alla deriva che finiscono sulle coste giapponesi: ne sono state trovate ottantatré dall'inizio del 2017, un numero record. Dentro, ci sono quasi sempre i corpi decomposti di nordcoreani – con la spilletta del Caro Leader ancora appuntata sui vestiti. Per saperne di più, qui.

Esiste Netflix in Corea del nord? Qualcosa del genere.

Notizie dal Sud. Il presidente sudcoreano Moon Jae-in ha fatto la sua prima visita di stato in Cina. La visita è stata fredda e formale, e l'imbarazzo generale era ovviamente per via del Thaad, lo scudo antimissile americano che i cinesi non vogliono in Corea del sud. Anyway, i due paesi hanno una cosa soprattutto in comune: entrambi vogliono il dialogo con Pyongyang. E si presume lavoreranno su questo. Da parte sua, Pechino ha fatto di tutto per far sentire Moon un ospite sgradito, tipo farlo mangiare sempre da solo. E poi uno dei giornalisti sudcoreani che erano al seguito di Moon è stato picchiato dalla sicurezza cinese.

La storia che c'è dietro al romanzo “Atti umani”, l’ultimo libro di Han Kang dopo “La vegetariana”, l'avevamo raccontata nell'articolo Golpe e democrazia. I dieci giorni che cambiarono la Corea sul massacro di Gwangju, in Corea del sud, avvenuto nel 1980. Han Kang è stata intervistata da Fahrenheit (Rai Radio3) e spiega come la letteratura non possa risolvere i traumi del passato, ma solo aiutare a porsi delle domande (che mi pare già molto).

"Il Literature Translation Institute of Korea, ente coreano specializzato nella promozione della letteratura coreana nel mondo, ha realizzato da qualche tempo la Digital Library of Korean Literature. Si tratta un progetto molto interessante che permette a chiunque di richiedere on line in prestito (gratuitamente) libri di autori coreani". Lo segnala Giancarlo Pappagallo sul suo blog CalmoMattino.

Edwin Cardona, calciatore colombiano, durante una partita contro la nazionale sucoreana si è incazzato con il capitano Ki Sung-yueng e gli ha fatto il gesto degli occhi a mandorla, una roba che neanche alle elementari. Comunque, la Fifa ha deciso di sospenderlo per 5 partite.

GIAPPONE

Perso per la Brexit il trattato di libero scambio con l'Europa, l'Inghilterra cerca un alleato sicuro nel Giappone. Questa settimana Gavin Williamson (Difesa) e Boris Johnson (Esteri) sono stati in Giappone, e hanno siglato accordi per una "semi-alleanza" con la controparte di Tokyo. Il ministro degli Esteri nipponico,  Taro Kono, molto attivo sui social, ha postato un sublime video di Boris Johnson che beve succo di pesca di Fukushima.

Continua il dibattito sulla revisione dell'articolo 9 della Costituzione giapponese, fortemente voluta da Shinzo Abe (è quello che impedisce al Giappone di avere un esercito). Secondo Anna Fifield del Washington Post l'opposizione alla strategia di Abe è anche (soprattutto?) interna al suo partito.

Il sushi più famoso del mondo lo fa Jiro Ono, 92 anni e tre stelle Michelin, nel suo piccolo ristorante di Ginza, a Tokyo. Su di lui hanno scritto libri e documentari, perché è lo chef che più fedelmente rappresenta la cultura culinaria giapponese. Stefania Viti è andata a cena da lui, con lui, e lo racconta qui (Chi dice che Jiro è "troppo famoso", oppure "troppo sopravvalutato", insomma troppo tutto, non capisce la forza del suo personaggio e l'importanza che ha avuto nel soft power culinario giapponese).

La Japan Kanji Aptitude Testing Foundation ogni anno sceglie il kanji dell'anno, ovvero il "carattere" che definisce l'anno che sta finendo. Il kanji di quest'anno è 北, kita, ovvero nord.

E a proposito di fine anno. In Giappone gli ultimi giorni di dicembre sono quelli dedicati alla pulizia degli ambienti – si chiama osouji – per preparare anche loro al passaggio fondamentale al nuovo anno. Nei santuari shinto la tradizione si consuma il 13 dicembre. Siccome pure in Giappone ci sono parecchie persone che si scocciano a fare l'osouji, esistono (naturalmente) delle agenzie specializzate che lo fanno per voi.

Da oggi se perdete le scommesse sui cavalli, le somme perse sono deducibili dalle tasse. Lo ha deciso la Corte suprema giapponese.

I Quaderni giapponesi di Igort sono un viaggio nell’idea di perdersi (di Francesco Boille su Internazionale)

 


 

 Una donna in un seggio elettorale di Nuwakot, Nepal, il 26 novembre del 2017 (Xinhua/Sunil Sharma)

 

CINA, E ALTRE STORIE

La scorsa settimana, a Guangzhou, la Cina ha mostrato al mondo la sua straordinaria capacità tecnica con il volo coordinato di 1.180 droni. Ora, i droni non sarebbero così minacciosi ma tra gli analisti militari c'è chi inizia a credere che ormai, visto quel che sanno fare in campo civile, l'applicazione militare di alcune tecnologie cinesi sia talmente avanzata da non avere rivali.

A proposito: le università australiane sono state accusate di aver condiviso informazioni sulle tecnologie militari con la Cina. E non è solo un problema etico.

Google aprirà a Pechino il suo primo centro di ricerca asiatico sull’intelligenza artificiale (Pira su MF)

Secondo Human Rights Watch, le autorità cinesi stanno raccogliendo impronte digitali, mappatura del Dna e dell'iride, gruppo sanguigno di tutta la popolazione tra i 12 e i 65 anni residente nello Xinjiang, tra cui 11 milioni di uiguri.

Dopo Mugabe, due anni fa, nella shortlist dei possibili vincitori del celebre Premio Confucio per la pace quest'anno ci sono il presidente filippino Rodrigo Duterte e il primo ministro cambogiano Hun Sen. (Pechino ha più volte smentito di avere qualche tipo di rapporto con gli organizzatori del Premio Confucio).

Che cosa succede quando un'azienda cinese compra un magazine americano? Le pubblicazioni vengono influenzate dalla censura di Pechino? Una lunga analisi da leggere sul "caso Forbes".

 

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Indonesia. La Corte Costituzionale indonesiana ha respinto una petizione che chiedeva di criminalizzare il sesso al di fuori del matrimonio – ed è una sconfitta per i gruppi religiosi conservatori che stanno conquistando sempre più spazio e approvazione nella tradizionalmente laicissima Indonesia.

 

Filippine. Il congresso filippino ha approvato la richiesta del presidente Rodrigo Duterte di estendere la legge marziale a Mindanao di un anno o comunque fino alla fine del 2018.

 

Nepal. Le elezioni, innanzitutto. Le prime dalla fine della monarchia, nel 2008. Ha vinto una coalizione di due partiti comunisti, con forti legami con la Cina.  Scrive il New York Times che se l'India sbaglia a indirizzare la sua influenza, il Nepal rischia di cadere completamente nelle mani di Pechino.

 

Ma parliamo di tv. Di tv nepalese. Il format “Integrity Idol”, un reality show nato in Nepal nel 2014, è stato lanciato anche in Pakistan, Nigeria, Mali e Liberia. Il reality è scritto per formare una coscienza anticorruzione, lo spettatore prende il telecomando e il telefonino e vota il "servitore dello stato" che gli sembra più "integro". Ne aveva parlato anche il Guardian.

 


 

ESTREMISMI

 

“In tutta l'Asia, l'ascesa di movimenti religiosi integralisti sta alimentando una forma machista di nazionalismo, creando nuove pericolose divisioni all’interno delle comunità. Oltre all'Indonesia, con i suoi numerosi gruppi islamici, esistono fanatici gruppi buddisti in Myanmar, che hanno alimentato il sentimento anti-islamico con effetti mortali. Il Bangladesh ha visto l'ascesa dei fondamentalisti islamici tra cui Hefazat-e-Islam, mentre lo Sri Lanka ha Bodu Bala Sena, un gruppo radicale buddista cingalese”, senza dimenticare gli induisti in India. Gwen Robinson e Simon Roughneen firmano, sul Nikkei Asian Review, una interessantissima analisi sugli estremismi religiosi che stanno cambiando faccia al sud-est asiatico. Questi movimenti si comportano come i populisti in occidente: vengono animati da enormi campagne sui social network, riaccendono conflitti etnici e si autofinanziano. Ma soprattutto, si muovono nella zona grigia tra la religione e la politica, determinando entrambe. Tutto questo, la minaccia del nazionalismo, pone un problema serio alla crescita dei paesi Asean.

Nella foto, i monaci buddisti che protestarono a Yangon nel 2014, quando l'allora presidente Ban Ki-moon pronunciò la parola "rohingya" al summit dell'Asean.

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  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.