La Cina alla deriva? Il K-pop ci salverà
C'è molta attesa per i concerti d'amicizia che artisti sudcoreani avranno al Nord, e che fanno parte dello scambio culturale promosso dalla "Sunshine policy" del governo di Seul. Il primo si terrà a Pyongyang il primo di aprile
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Partiamo da una domanda: come possiamo anche solo iniziare un discorso serio sulle fake news, Facebook, la manipolazione delle elezioni, se uno dei siti più "cliccati" d'Italia da due giorni diffonde titoli come questi? Non si può. Con in mente questa premessa, la storia della Tiangong-1, la stazione spaziale cinese lanciata nel 2011, è una perfetta metafora della Corsa allo spazio dei giorni nostri, dove politica, geopolitica e scienza si sovrappongono, e le grandi potenze si sfidano.
Sulla "caduta" del modulo cinese sono nate molte leggende. In questo articolo di Loren Grush su The Verge si spiega la parte irrazionale della faccenda: una minima possibilità di venire colpiti da un oggetto che scende dallo spazio in modo incontrollato è semplicemente inaccettabile per la mente umana. Ma non è la prima volta che qualcosa di così grande e pesante rientra dallo spazio in modo incontrollato (la sonda russa della missione Fobos-Grunt nel 2012, per esempio). Per quanto riguarda la Tiangong-1, poi, c'è pure un altro fattore: come tutte le cose che hanno a che fare con i successi tecnologici del paese, e quindi con la propaganda, anche sul programma spaziale Pechino mantiene un elevato grado di riservatezza. Nel marzo del 2016, quando l'Agenzia ha perso i contatti con la Tiangong-1, l'agenzia di stampa Xinhua ha scritto semplicemente che il modulo aveva terminato il servizio. A gennaio di quest'anno il Global Times ha "smentito" la stampa occidentale dicendo che in realtà era tutto sotto controllo.
In Italia le fake news si sono diffuse perché la Protezione civile, seguendo quel principio di precauzione obbligatorio per certi eventi, si è allertata: all'interno dell'area interessata dalla possibilità di impatto di detriti, infatti, potrebbe esserci anche il centro sud della penisola. La finestra di tempo dell'impatto è tra il 28 marzo ed il 4 aprile, e data la complessità di certi calcoli e variabili, non si saprà nulla prima di lunedì o martedì prossimo. Claudio Portelli, responsabile dell'Agenzia spaziale italiana per lo studio dei detriti spaziali e il controllo degli asteroidi, ha spiegato: "Questo modulo è l'oggetto più tracciato dagli organi di sorveglianza dello spazio: la massa dell'oggetto desta un po' di attenzione. È lungo dieci metri, quattro di diametro e in più ci sono i pannelli solari. Inoltre al suo interno sono stipati anche elementi che difficilmente possono bruciare". E anche se il 66 per cento dei detriti che non bruciano in cielo di solito cade in acqua, "resta comunque il 34 per cento che possano cadere sulla superficie terrestre". In ogni caso, "ci sono scarsissime possibilità che il nostro territorio venga coinvolto". Avete più possibilità di vincere al Superenalotto che di farvi colpire da un detrito della Tiangong-1.
Però l'occasione è buona per parlare di altro. La Stazione spaziale internazionale, lanciata nel 1998, è il simbolo della fine della Guerra fredda - è nata proprio come un progetto congiunto di cinque diverse agenzie spaziali: l'Esa europea, la Jaxa giapponese, l'Agenzia spaziale canadese, ma soprattutto la Nasa americana e la Roscosmos russa (nonostante le tensioni tra Washington e Mosca, dal cosmodromo di Baikonur sono appena partiti due astronauti e un cosmonauta che hanno dato inizio alle Expedition 55/56). La Cina è sempre stata la grande esclusa dai progetti internazionali, eppure in pochi anni l'Agenzia spaziale cinese è cresciuta enormemente. Il programma spaziale cinese è nato negli anni Cinquanta per volontà di Mao, poi frenato dopo la Rivoluzione Culturale. Negli anni Novanta, contemporaneamente con i progressi fatti da America e Russia, fu portato di nuovo al centro della ricerca scientifica e come strumento di propaganda e patriottismo (come mostrano queste stampe dell'epoca, lo spazio veniva usato pure per combattere la superstizione). Data la strategia del presidente Xi Jinping, potete immaginare quanto si stia investendo adesso, a Pechino, sul nuovo programma (colpito in parte pure dai dazi di Trump, non è un caso).
Il modulo Tiangong-1, nel 2011, doveva essere una sorta di playground, un luogo dove i taikonauti cinesi iniziassero a prendere confidenza con il docking, l'attracco dei veicoli spaziali nelle stazioni orbitanti, per poi, piano piano, creare una nuova stazione spaziale rompendo il monopolio Nasa+Russia (+Esa+Giappone+Canada). Tiangong-1 ha ospitato due coppie di taikonauti, nel 2012 e nel 2013. Poi il 21 marzo del 2016 l'Agenzia spaziale cinese ha annunciato di aver perso il controllo del modulo, ma sei mesi dopo, il 15 settembre del 2016, il laboratorio spaziale Tiangong-2 è stato mandato in orbita.
Il grande progetto è quello di costruire una stazione spaziale esclusivamente cinese entro il 2020: "The earth-moon space will be strategically important for the great rejuvenation of the Chinese nation", ha detto a Xinhua il generale Zhang Yulin, uno degli ingegneri che lavorano con Pechino per l'Agenzia, e capite bene quanto c'entri il patriottismo e la Nuova Cina di Xi, in tutto questo.
Come già segnalato da Katane, l'Italia e la Cina stanno collaborando moltissimo nel campo spaziale.
PENISOLA COREANA
Con la nomina di John Bolton, ex ambasciatore americano alle Nazioni Unite, che sostituirà H.R. McMaster come special advisor per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, le cose si mettono male. Almeno, questa è l'idea diffusa tra la maggior parte degli analisti di cose nordcoreane. Da sempre considerato un super falco, a fine febbraio Bolton aveva scritto in un lungo editoriale sul Wall Street Journal che le basi legali per un first strike in Corea del nord c'erano eccome.
E poi c'è di nuovo un problema organizzativo, perché a due mesi dal possibile più importante incontro della storia, quello tra Donald Trump e Kim Jong-un, un'altra figura chiave della Casa Bianca cambia. Sia la Corea del sud sia il Giappone avevano avuto molti colloqui segreti con Mcmaster sulla Corea del nord. Non che l'ex advisor fosse un sostenitore del dialogo: è di Mcmaster infatti l'idea del famoso "bloody nose strike", cioè strike chirurgici contro istallazioni strategiche nordcoreane, giusto per far capire chi comanda a Pyongyang.
Robert Kelly, noto analista di affari nordcoreani, ha scritto su Twitter che se le cose dovessero andare male all'incontro tra Trump e Kim (e c'è una discreta possibilità che succeda, visto che Trump difficilmente strapperà a Kim una denuclearizzazione completa, immediata, e soprattutto che tenga. Ma non possiamo saperlo, perché non sappiamo niente di quel che Kim vuole da Trump, a parte il "trattamento alla pari"), diceva Kelly, se le cose dovessero davvero andare male, a quel punto Bolton senza dubbio spingerà per passare dalla diplomazia, dai colloqui, all'azione.
Ieri però in redazione si rifletteva su un altro punto. Tutte le notizie di questi giorni fanno pensare a una concentrazione degli sforzi americani contro l'Iran. Se l'America fosse impegnata in un conflitto con l'Iran, avrebbe poi le forze di occuparsi militarmente anche della Corea del nord? Forse no. D'altra parte - e qui ci spingiamo verso la fantageopolitica - come vedrete dalle notizie che ho messo insieme qui sotto, in oriente la Cina si sta praticamente prendendo tutto. Un'azione militare in Corea del nord manderebbe un messaggio anche e soprattutto al presidente eterno Xi Jinping.
Ma occhio a Israele. In settimana ha detto ufficialmente di aver compiuto lo strike contro il reattore siriano nel 2007. E' importante anche per la Corea del nord, dato che quell'impianto era stato costruito da Assad con l'aiuto di Pyongyang.
Nel frattempo, in Malaysia continua il processo contro le uniche due sospettate di aver ucciso all'aeroporto di Kuala Lumpur il fratellastro di Kim Jong-un, Kim Jong-nam. Durante il processo è spuntato un video che mostrerebbe una delle due ragazze, di nazionalità vietnamita, che due settimane prima dell'omicidio esegue delle "prove" di quello che secondo la difesa è stato un raggiro: le due infatti credevano di partecipare a una candid camera. Ma in realtà in mano avevano un gas nervino.
Secondo Daily NK, un giornale del Sud che si basa spesso su fonti inverificabili del Nord, in un edificio di Pyongyang sarebbero state trovate delle immagini di Kim Jong-un e della moglie vandalizzate. E' un bel problema. Nk News invece riporta che a Seul sono stati trovati dei volantini pro-Corea del nord e contro il governo americano.
A proposito di spazio. 38th North, gruppo di analisi e intelligence della John Hopkins che si occupa di Corea del nord, analizza periodicamente le immagini satellitari della Corea del nord. L'ultima rivelazione è che al sito nucleare di Punggye-ri i lavori sembrano quasi "sospesi", ed è una buona notizia. Allo stesso tempo, però, il centro di monitoraggio dei satelliti della NADA, l'Agenzia spaziale nordcoreana, è in espansione.
La Corea del sud ha qualche problemino interno. Mentre Moon Jae-in è in visita di stato in Vietnam - con la promessa di aumentare lo scambio commerciale tra i due paesi, ma senza presentare "scuse formali" per la partecipazione sudcoreana alla guerra in Vietnam, visto che l'anno scorso le timide parole di Moon erano state pressoché ignorate - prosegue senza sosta la "Mani Pulite" coreana iniziata nel 2016 con la caduta della presidente Park Geun-hye. Dopo un lunghissimo interrogatorio, anche l'ex presidente Lee Myung-bak è stato tradotto in carcere, accusato di corruzione. Pure la moglie, nonché ex first lady, potrebbe passare guai con la giustizia.
La Corea del sud ha un problema serissimo con il turismo straniero. Nonostante le Olimpiadi invernali, nel 2017 è calato del 22,7 per cento rispetto all'anno precedente. Il problema non è tanto la paura di un conflitto, ma la Cina: Pechino e Seul si scontrarono dopo l'istallazione del sistema antimissilistico americano Thaad su suolo sudcoreano. La Cina reagì contro la Corea del sud, vietando, in sostanza, ai turisti cinesi di organizzare viaggi in Corea. Nonostante l'accordo raggiunto nel corso del 2017, le visite da parte dei cinesi in Corea del sud sono ancora del 40 per cento in meno rispetto al passato.
C'è molta attesa per i concerti d'amicizia che artisti sudcoreani avranno al Nord, e che fanno parte dello scambio culturale promosso dalla "Sunshine policy" del governo di Seul. Tak Hyun-min, advisor del presidente, è stato a Pyongyang per tre giorni per organizzare il tutto, e alla fine si è deciso che la "missione" si chiamerà "Spring Coming". Il primo concerto si terrà a Pyongyang il primo di aprile, e sarà composto esclusivamente da band sudcoreane. Saranno più di 160 persone a partire per il Nord, ed è già stata confermata la presenza delle Red Velvet, una delle band K-Pop più famose del mondo, ma anche di
Cho Yong-pil, che è un po' il nostro Al Bano. Il 3 aprile si terrà un altro concerto, ma gli artisti del Sud saranno accompagnati da quelli del Nord.
Il 29 marzo prossimo, intanto, ci sarà un altro incontro tra ufficiali a Panmunjom, nella Zona demilitarizzata, per preparare il summit tra Moon Jae-in e Kim Jong-un di fine aprile.
Per concludere: vi presento l'uomo medio sudcoreano. Un'infografica magnifica del Chosun vi spiega cosa fa e come vive.
GIAPPONE
La coppa del Mondo di Rugby nel 2019 verrà disputata per la prima volta in Asia. Saranno 12 le città giapponesi coinvolte. E Tokyo si aspetta di guadagnare moltissimo dal grande evento, una prova generale delle Olimpiadi 2020 (nella foto, le due mascotte)
Se il primo ministro Shinzo Abe dovesse terminare presto il suo mandato stabilizzatore (è a capo del governo ininterrottamente dal 2012), beh, ecco qua una lista di suoi possibili sostituti. Da tenere d'occhio chi viene e chi va nella lista dei preferiti del Partito liberal democratico. (Taro Kono, attuale ministro degli Esteri di Abe, ci piace molto, è un conservatore liberal, progressista, ma probabilmente verrà fatto fuori).
Dello scandalo Moritomo ne abbiamo parlato già (se volete, potete rileggere qui). La cosa più interessante, mi pare, è che adesso le polemiche si stanno concentrando su Akie Abe, la moglie del primo ministro. Ormai tutti sono convinti che sia stata lei ad aver orchestrato lo scandalo della scuola, di cui per un breve periodo è stata preside onoraria. Il Partito liberal democratico la vorrebbe tenere per un po' a casa - anche considerata la lettera di minacce che ha ricevuto. Lei però per noi resta un'eroina: è una delle pochissime first lady giapponesi che si è tolta l'immagine di semplice "accompagnatrice", come richiesto dalla tradizione, ed è considerata da sempre l'opposizione "interna" di Shinzo Abe, uno "spirito libero". Balla il flamenco, è una star su Facebook e Instagram, ha partecipato al gay pride, ha sostenuto esplicitamente la causa antinuclearista, ogni tanto si presenta alle manifestazioni contro il governo e si mette a parlare con gli oppositori. Durante un evento il 17 marzo scorso sembra abbia detto: Sometimes I regret my past but I want to value present time without worrying or fearing what will happen. Se qualcuno degli sceneggiatori di House of Cards volesse una nuova Claire Underwood, eccola.
Mentre il protezionismo è sempre più di moda, il Giappone prende un'altra strada: ricordatevi che tra esattamente un anno (strategicamente prima della Brexit) Tokyo e Bruxelles vogliono far entrare in vigore il partenariato economico. Sarà una rivoluzione.
Vi ricordate della setta Aum Shinrikyō? Esattamente ventitré anni fa dieci di loro fecero il primo attentato terroristico con il gas sarin in una città: varie fermate della metropolitana di Tokyo furono colpite, morirono dodici persone. Ne ho scritto qui.
A proposito di cronaca. Il serial killer di Zuma aveva fatto fuori otto donne e un uomo. Il sospettato, arrestato il 31 ottobre del 2017, aveva confessato di averle smembrate e di aver riposto i loro resti in vari freezer. L'Asahi ricostruisce un po' la storia: il ventisettenne pare abbia detto alla polizia di "voler diventare un gigolo".
L'amore è amore. Un'agente di polizia di ventiquattro anni, di base alla centrale di Shinjuku, è stata sospesa. Sembra abbia spifferato a un uomo della yakuza alcuni dettagli dell'inchiesta contro di lui. I due, però, partita l'inchiesta, avevano iniziato a vedersi, e non esattamente per degli "interrogatori".
The Throne
Ogni settimana, notizie utili dal Trono del Crisantemo
Il 1° maggio del 2019 Naruhito diventerà imperatore. La cerimonia dell'intronizzazione giapponese, che consta di varie cerimonie di avvicinamento all'effettivo passaggio potere, è tra le più complicate della storia dell'umanità. E lo è soprattutto questa, visto che da secoli nessun imperatore abdicava. L'ultima volta che l'Agenzia della Casa Imperiale e il governo giapponese hanno organizzato una intronizzazione era il 1990.
Da allora il mondo è cambiato, certo. Ma per non sbagliare niente, il governo di Tokyo ha deciso che la cerimonia si svolgerà tale e quale a quella di Akihito.
Qual è il problema? Ci sono alcuni passaggi del rito che sono segreti, come il Kenji to Shokei no Gi, il momento in cui il nuovo imperatore riceve spada e gioielli. E' come la parte dell'unzione durante l'incoronazione della Corona inglese: i comuni mortali non possono accedervi. Solo che già nel 1953 la Corona inglese modernizzò il rito con l'introduzione della tv. La scorsa settimana, invece, il governo di Tokyo ha deciso che anche all'intronizzazione di Naruhito non parteciperanno le donne della Famiglia imperiale.
Nella foto qui sopra, il principe Naruhito nel 1970 durante una lezione di Kendo al club dell'Istituto Gakushūin, tra le più prestigiose scuole del Giappone, storica istituzione scolastica della Famiglia imperiale (tutti i membri hanno studiato e studiano lì) e della nobiltà giapponese. E il club di kendo del Gakushin è ancora molto forte.
CINA
Xi Jinping e Vladimir Putin (elaborazione grafica di Enrico Cicchetti)
Quasi in contemporanea, Putin ha vinto le elezioni in Russia e Xi Jinping è stato confermato alla presidenza della Repubblica popolare cinese. Ma i due sono amici o no?
La questione Taiwan-Cina è sempre più incandescente. Ma stavolta sul serio. Alla chiusura dell'Assemblea nazionale del popolo Xi Jinping ha fatto un discorso che dire nazionalistico è poco. Ha enunciato tutti i successi cinesi e soprattutto ha sottolineato quanto sia importante, per Pechino, la sovranità e la territorialità. "Saremo costretti a salvaguardare la sovranità e l'integrità territoriale del paese per raggiungere la piena unificazione della Madrepatria, perché l'unificazione è l'aspirazione dell'intero popolo cinese". Secondo il capo dell'intelligence di Taiwan, Peng Sheng-chu, non è difficile immaginare "presto" un attacco preventivo di Pechino nei confronti di Taipei.
“China does not want to fight trade wars. Yet China is absolutely not afraid of trade wars”. La Cina non vuole una guerra commerciale, ma la Cina non ha paura di una guerra commerciale. Lo dice un comunicato ufficiale del ministero del Commercio cinese. Questo per farvi capire che bell'aria che tira tra Pechino e Washington.
I settori sanzionati da Washington, con i nuovi dazi annunciati da Trump, corrispondono ai dieci comparti strategici del piano “Made in China 2025”, il mastodontico programma di innovazione manifatturiero con cui la Cina punta a diventare leader delle tecnologie avanzate: robotica, aerospazio, veicoli elettrici, IT, ingegneria navale, energia, agricoltura, nuovi materiale, biofarmaceutica, materiale ferroviario (qui c'è tutto quello che dovete sapere, in un pezzo di Spalletta e Buzzetti su Agi).
Ci sono quaranta giorni per aprire le trattative tra Washington e Pechino ed evitare la guerra commerciale. Ma dopo le parole durissime della Casa Bianca, ovviamente la Cina sta minacciando provvedimenti, e sa che può colpire duro. Le Borse asiatiche e quelle europee venerdì hanno accusato il colpo – L'indice Dow Jones ha chiuso la peggiore settimana in due anni.
In questo editoriale il Global Times dice che "l'America bullizza la Cina e il resto del mondo per fare in modo che la Cina conceda risorse economiche e opportunità di sviluppo agli Stati Uniti, rendendo gli Stati Uniti stessi sempre più grandi e forti". La frase chiave dell'ultimo video di Hu says – il video editoriale settimanale di Hu Xijin, direttore del Global Times – dice più o meno: tu mi mordi, io ti spacco i denti.
Quali sono le contromosse cinesi e quali settori americani colpiscono?
"La Cina potrebbe aumentare le tasse su quei beni prodotti da aziende Usa su suolo cinese (tutti i device della Apple per fare un esempio). Il prezzo al consumatore aumenterebbe esponenzialmente, mettendo in difficoltà diverse aziende. Oppure potrebbe smettere di comprare prodotti americani per le sue aziende di Stato arrecando un danno da 490 miliardi di dollari (stime cinesi) e andando a colpire soprattutto aziende come Boeing e Cisco. Potrebbe incrementare i controlli sulla carne bovina di importazione o convincere la popolazione a non viaggiare più in Usa e a non comprare auto americane" (continua a leggere Attanasio Ghezzi su Lettera43).
Un po' di esempi nel dettaglio che fanno capire le contraddizioni di questa situazione.
Come scrive su Twitter Giulio Pugliese, le ritorsioni di Pechino sono strategiche in attesa delle elezioni di midterm. L'ambasciatore cinese in America, Cui Tiankai, dice in un video su Facebook che tutta questa guerra, alla fine, colpirà solo gli americani della middle-class (cioè gli elettori di Trump?).
La soia, o meglio, "la guerra della soia". La Cina, che è il più grande consumatore del mondo, la importa soprattutto dall'America. Il primo stato esportatore di soia in America è il Michigan, e le controtariffe di Pechino potrebbero avere un impatto enorme sulle diecimila aziende agricole dello stato. Qui c'è un'analisi che vi fa capire la situazione.
Il maiale. Cina e Hong Kong, insieme, rappresentano il secondo mercato di esportazione del maiale per gli Stati Uniti. Un obiettivo facile facile per Pechino, che potrebbe mettere sul porco americano il 25 per cento di tariffe. I più arrabbiati sono gli allevatori dello stato che produce più maiale, l'Iowa – per inciso, fa notare Bloomberg, uno stato che era andato ai democratici per due anni di seguito per poi passare al Partito repubblicano nel 2016, e per un soffio. Xi Jinping è un grandissimo amico dell'Iowa (Terry Branstad, l'ex governatore, è ora l'ambasciatore Usa in Cina). Pensare che solo un anno fa Trump e Xi erano amiconi.
Tesla nel 2017 ha raddoppiato le vendite in Cina, arrivando a un paio di miliardi di dollari che gli arrivano dal mercato cinese. Elon Musk però all'inizio di marzo si è messo sulla scia dei complaint via Twitter del presidente, dicendo che la Cina non è corretta sui dazi automobilistici.
Per capire le contromosse di Pechino, comunque, bisogna guardare da vicinissimo quello che fa e che dice Liu He, il vero sussurratore nell'orecchio di Xi sugli affari economici, neo vicepremier.
Mar cinese orientale. Per la sesta volta dall'inizio del 2018 3 navi cinesi sono entrate nelle acque "territoriali" e contese delle Senkaku, tecnicamente controllate dal Giappone.
Mar cinese meridionale. Secondo Reuters, il Vietnam avrebbe mollato la presa sul progetto di trivellazione petrolifera nell'area, proprio per via delle pressioni di Pechino. A perderci è pure (anzi soprattutto) la spagnola Repsol.
Mar cinese meridionale/2. La Cina ha accusato l'America di compiere atti militari provocatori dopo che la Uss Mustin, impegnata in una delle operazioni della Marina statunitense per la libertà di navigazione, è passata vicino alle scogliere Mischief. E' una storia vecchia.
Il controllo sui video che girano online si fa sempre più serrato. Secondo l'Autorità per il controllo della stampa, della radiotelevisione e dei film, i media devono evitare di pubblicare online video che possano apparire insultanti nel quadro generale di serietà della Nuova Cina di Xi. Il riferimento sembra chiaro: il video della giornalista che girava gli occhi durante uno dei momenti più celebrativi di Pechino ha fatto il giro del mondo, ma le autorità cinesi non sono state contente.
C'è un sacco di roba che riguarda il Milan, o meglio, l'imprenditore cinese Li Yonghong. La procura di Milano ha aperto un fascicolo.
Altre storie
Myanmar. Il presidente del Myanmar, Htin Kyaw, 71 anni e amico storico e fedelissimo della leader de facto Aung San Suu Kyi, si è dimesso improvvisamente in settimana. La moglie ora però smentisce le voci sui suoi problemi di salute e dice che le dimissioni erano programmate da tempo.
Vietnam. Si festeggiano i 45 anni dall'inizio delle relazioni bilaterali tra Vietnam e Italia. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il presidente della Repubblica Socialista del Vietnam, Tran Dai Quang, si sono scambiati messaggi d'auguri.
Qui c'è una riflessione sulla Guerra del Vietnam e sul suo essere ormai "una metafora dell'America", nella rubrica di Lan Cao sul New York Times. Non è un caso se Bill Murray ha paragonato i ragazzi di Parkland a quelli che si opponevano alla guerra.
Malaysia. Il partito del primo ministro Najib Razak è accusato di aver usato i servizi di Cambridge Analytica per le elezioni del 2013. Lui nega.
E' stata smantellata una cellula dello Stato islamico nello stato del Johor, un luogo strategico e molto ricco della Malaysia, vicinissimo sia a Singapore sia all'Indonesia. Sono state arrestate sei persone.
Indonesia. Cinque immigrati indonesiani in Arabia Saudita potrebbero essere condannati alla pena capitale per "stregoneria". Secondo il ministro degli Esteri di Giacarta, le cinque persone avevano con sé gli jimat, gli amuleti tradizionali indonesiani.
India. Contraddizioni. Undici persone sono state condannate all'ergastolo nello Jharkhand, per aver ammazzato di botte, lo scorso anno, un uomo che trasportava carne di mucca. Recentemente il governo del Maharashtra ha fatto passare una legge contro il possesso di carne di mucca, comprata o macellata (qui il racconto, Miavaldi su East).
Il Foglio sportivo - in corpore sano