Restyling di carattere
Garantiti svenimenti e complimenti per la nuova Repubblica. Joe e Riotto sempre più gelosi
Tommy-Tommy, gnao gnao. Repubblica vara la riforma grafica ed è subito tutto un ciripiripì. Uommini scicche & femmine pittate in smanie per il nuovo restyling. Tanto per cominciare il nuovo carattere tipografico si chiama “Eugenio” e su questo, ci mancherebbe. Nove Colonne fa sempre tanto di cappello a Eugenio ma per il resto – ecco – il nuovo giornale è tutto un “uommini scicche e femmine pittate”.
Tommy-Tommy, gnao gnao. Praticamente il nuovo giornale è L’Indipendente prima maniera e Tommy Cerino all’anagrafe Cerno è il nuovo Ricky Levi. Gli svenimenti e i complimenti degli ottimati sono garantiti, da Settembrini – il caffè romano dove va chi piace alla gente che piace – non si aspetta altro ma di fare gli stessi numeri di quelli che la sera andavano a via Veneto, non se ne parla.
Tommy-Tommy, gnao gnao. Cerino all’anagrafe Cerno è tale e quale Ricky Levi, incassa tutto lo gnao gnao del glamour, totalizza tutti i cuoricini su Twitter, partecipa come ospite fisso a Propaganda Live su La7 e si destina al tonfo in edicola. Carlo De Benedetti, attento alla mobilia, comunque sa già dove andare a parare.
Tommy-Tommy, gnao gnao. Se Cerino all’anagrafe Cerno è ancora il futuro-direttore, in Vittorio Feltri, de Benedetti, trova un sicuro direttore. Lo schema è più che chiaro: La Repubblica restylizzata passa al grande Vittorio e così finalmente – al grido “aiutiamo de Benedetti a casa sua” – il giornate de-tommyzzato torna a vendere.
Tommy-Tommy, gnao gnao. Tutto questo Cerino all’anagrafe Cerno non lo sa. Intanto si gode gli allori e cede, con magnanima liberalità, qualche compito a Marione Calabresi. Non lo fa stare con le mani in mano e gli fa ricopiare, in elegante carattere Eugenio, la seguente frase: “Non avrai altro occhiale al di fuori di Mondelliani”.
Tommy-Tommy, gnao gnao. Cerino all’anagrafe Cerno attualmente conosce momenti di grande successo, la sua sicurezza lo spinge alla satrapia su Largo Fochetti, noi stessi non facciamo che esaltarne le gesta ma l’imponderabile è sempre in agguato. Claudio Cerasa, il direttore del Foglio, riceve una lettera a doppia firma: Joe Servegnini e Gianni & Riotto detto Johnny.
Tommy-Tommy, gnao gnao. Joe e Johnny, insomma, invidiosi di Cerino all’anagrafe Cerno scrivono e pretendono da Cerasa che Nove Colonne torni a loro: “Rivogliamo la nostra rubrica!”. Riotto allega le firme di quarantasette famiglie di Detroit, Joe – invece – le suppliche di tutte le Severgnini che scrivono (vero, Irene?) su La7.
Tommy-Tommy, gnao gnao. Cerasa, che è uomo della pace, cerca una mediazione. Ma Cerino all’anagrafe Cerino, non vuole cedere, anzi, s’indigna: “Che vuole Joe con quella frangetta inguardabile e l’impermeabile da maniaco? E Riotto, poi, con gli occhiali di seconda mano comprati alla Vucciria?”
Tommy-Tommy, gnao gnao. Anche Urbano Cairo, editore del Corriere, viene interpellato per mettere una parola buona e far tornare infine Joe e Johnny su Nove Colonne, neppure lui – che pure non manca di proposte, tutte impossibili da rifiutare – riesce a convincerci ed è così che Servegnini, spazientio, ci scrive direttamente.
Tommy-Tommy, gnao gnao. Joe scrive e non usa mezzi termini: “Non solo devo sopportare Urbano Cairo che mette sul suo profilo WhatsApp la foto con Mihalovich, adesso mi devo inghiottire che persino voi non mi considerate più; vi siete innamorati di Tommy-Tommy, questa è la verità, ma sono io, solo io, l’Elton John del new journalism; io, solo, io, anzi, di più, sono il John Lennon del giornalismo renziano! Mi farò sentire, altro che: ne parlerò con Lotti!”
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