Recrudescenza Rep.
Il destino di Tommy-Tommy Cerino mandato ad epurare (da CDB) e finito mazziato pure da Eugenio
Casamicciola a Repubblica. Non solo Scalfari, Carlo de Benedetti ce n’ha per tutti. Senza freni, il vecchio padrone litiga con il Fondatore ma anche fratète, matète, sorète e figliète. Se la prende anche con Tommy-Tommy manco a dirlo, ovvero Cerino, all’anagrafe Cerno. Non gli perdona di non avere portato a compimento la missione Numero Uno, neutralizzare Marione Calabresi, il direttore uscente.
Casamicciola a Repubblica. Non solo Scalfari, anche Tommy-Tommy. De Benedetti su tutte le furie per l’articolo non firmato, quello dove veniva sconfessato dal giornale, ma ancora di più è inviperito per l’editoriale di Marione uscito ieri. “Passi l’intervista a Scalfari, finalmente parla di me e non del Papa o di Draghi, ma Tommy-Tommy, che fa, lascia scrivere Calabresi?”.
Casamicciola a Repubblica. Non solo Scalfari, anche Tommy-Tommy. Le ritorsioni di De Benedetti senior non si fanno attendere. Bloccata, in men che non si dica, la fornitura quotidiana di occhiali assicurata a Cerino (all’anagrafe Cerno). Intervistato dal Corriere della Sera, un ghignante De Benedetti ha sibilato: “Adesso voglio proprio divertirmi con questa specie di Elton John del new journalism dopo la paccata di lenti tonde che gli ho procurato…”.
Casamicciola a Repubblica. Non solo Scalfari, anche Tommy-Tommy. Disperato, Tommy-Tommy, senza più le sue care lenti ha dovuto indossare un paio di Ray-Ban a goccia, modello San Babila. Come se non bastasse, il perfido De Benedetti, gli ha anche negato la dotazione di scarpucce Church’s e l’ha fatto andare per i corridoi di Largo Fochetti con degli stivaletti a punta da fascio, ma così da fascio che la vigilanza l’ha scambiato per un attivista di Forza Nuova col rischio che si sa.
Casamicciola a Repubblica. Non solo Scalfari, anche Tommy-Tommy. Ebbene sì, gli uomini predisposti alla vigilanza, scorgendo Tommy-Tommy col gli occhiali da sole e scarpe a punta – col rischio che si sa – si sono subito portati a una distanza ravvicinata per attuare il piano di tutela delle sacrissime mura ma, evidentemente, com’è tipico di questi paramilitari, gli hanno dato di gomito dicendo a mezza bocca: “Ahò, grande cammerata, semo da ’a parte tua ma qua ce stano solo li ricchi demoplutocrati; te ne devi anna’, ce spiace…”.
Casamicciola a Repubblica. Non solo Scalfari, anche Tommy-Tommy. “Non vi avvicinate, sporchi fasci proletari” ha subito urlato Tommy-Tommy chiamando con viva urgenza il cdr di Repubblica per redigere, ancora una volta di concerto con Marione, un documento di “allarme per le recrudescenze neofasciste”.
Casamicciola a Repubblica. Non solo Scalfari, anche Tommy-Tommy. Forte di giovinezza, primavera di bellezza, Eugenio Scalfari, trovandosi a passare, ha subito ordinato al manipolo di guardie giurate di ribattezzare Robinson – l’inserto culturale – con più acconcia testatina, “l’Asso di Bastoni” e Cerino (all’anagrafe Cerno) pur sempre memore della missione affidatagli da De Benedetti (vigilare) giunge nudo alla meta e strilla come l’oca al Campidoglio: “Piuttosto l’Asso di Fiori, Frutta e Città”. A quel punto la vigilanza non ci ha visto più: “Te recrudescemo noi, daje!”.
Casamicciola a Repubblica. Non solo Scalfari, anche Tommy-Tommy. Carlo De Benedetti non perdona. Intervistato in tutte le pagine dispari del Corriere, il furibondo presidente onorario di Repubblica, ovviamente va a smentire Scalfari – “non è vero che ho scelto io Calabresi” – accusa fratète, matète, sorète e figliète, “l’hanno voluto tutti, non io”.
Casamicciola a Repubblica. Non solo Scalfari, anche Tommy-Tommy. De Benedetti, intervistato anche nelle pagine pari del Corriere della Sera, mette alla berlina infine il povero Cerino: “Pretendeva di farmi cantare insieme a lui, pensate, mi diceva ‘sarò il tuo Apicella’, portami a cena con te da Bush, padre e figlio, da Clinton, da Renzi, da Nardella, da Vincenzo De Luca, da Rosato, dalla Merkel… ecco, saremo io, mammete e tu!”.
Casamicciola a Repubblica. Non solo Scalfari, anche Tommy-Tommy. Il povero Cerino, all’anagrafe Cerno, accerchiato in ogni dove, senza più le sue azzimate giacchette è proprio nudo alla meta. Recrudesciuto dalla vigilanza, se ne fugge via lungo la Cristoforo Colombo. Dietro di lui, fratète, matète, sorète e figliète.
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