Cosa non dice il Csm sul pm Di Matteo
Dopo due bocciature il plenum del Consiglio superiore della magistratura, all’unanimità, ha stabilito il trasferimento del magistrato palermitano alla Direzione Nazionale Antimafia
Leggo che, dopo due bocciature, il plenum del Consiglio superiore della magistratura, all’unanimità, ha stabilito il trasferimento del magistrato palermitano Nino Di Matteo, uomo di punta delle indagini sulla trattativa Stato-mafia, alla Direzione Nazionale Antimafia. Con le seguenti motivazioni: “Ottime qualità professionali”; “solido e vasto bagaglio di esperienza”; “capacità di coordinamento e impulso investigativo”; “impareggiabile tenacia” con “ineguagliabile spirito di sacrificio”. Sono allora andato a rileggere il nuovo regolamento del Csm varato il 26 settembre del 2016, ma, come sospettavo, non ho trovato scritto da nessuna parte che compito del Csm stesso sia “prendere per il sedere il contribuente”.