Poveri arabi degli Emirati illusi
Sono stati pirati, pescatori poveri, hanno sopportato il deserto, l’impero ottomano, il colonialismo inglese... Poi sono venuti in Italia
Sono stati pirati, pescatori poveri, badanti di quattro pecore, hanno sopportato il deserto, mangiato tre datteri al giorno e mezzo caprone bollito ogni trenta beduini una volta l’anno; si sono dovuti succhiare la sharia, un clima che schiantava gli scorpioni, l’impero ottomano, il colonialismo inglese, l’assenza d’acqua, l’ombra come sogno, l’analfabetismo generale, quando, finalmente, il petrolio, allora festa grande, benessere, grattacieli, un wiskino di nascosto, e si sono fatti Etihad, un gioiello volante, sono venuti in Italia, in Alitalia, adesso ci allarghiamo, hanno pensato, poveri arabi degli Emirati illusi, capaci perfino di schivare Bin Laden senza sapere che c’era, ad aspettarli qui, la geometrica potenza di Bernocchi, Di Maio e Cremaschi.