Il Corriere e il senso di colpa per Noemi
Se c’è una cosa utile da coltivare nell’occidente in generale, ma in Italia in particolare, è il senso di colpa
Se c’è una cosa utile da coltivare nell’occidente in generale, ma in Italia in particolare, è il senso di colpa. Che sia diretto, tra l’altro, croccante, possibilmente sul fatto del giorno. Come ieri sul Corriere: “Che cosa non abbiamo fatto, noi, per Noemi? Resteranno una madre che ha cercato di alzare lo scudo dell’autorità a protezione di sua figlia e un padre che ha aiutato il figlio a cancellare le tracce. E restiamo noi che, in un rito spaventoso, ci domandiamo che fare”. Ineccepibile. Solo la cosa in fondo: che “ci domandiamo cosa fare in questo rito spaventoso”, pregherebbesi Barbara Stefanelli di chiederlo a sua sorella.
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