Quel che non torna davvero del caso del capitano Scafarto
Vorreste dirmi che si truccavano le carte processuali; si manomettevano le intercettazioni; che il Csm era stato informato per filo e per segno di tutto; che quel Woodcock faceva, intanto, il pesce in barile?
Vorreste dirmi, voi, vorreste farmi intendere, che il capitano Scafarto aveva avvisato la procuratrice di Modena di “avere in mano Renzi”; che il capitano, o colonnello, o quel che l’è, Ultimo, lo stesso; che si truccavano le carte processuali; si manomettevano le intercettazioni; che il Csm era stato informato per filo e per segno di tutto; che quel Woodcock faceva, intanto, il pesce in barile; che le indagini secretate venivano riferite all’esterno; che contro un Primo ministro costituzionalmente nominato si mobilitavano, di nascosto, forze dell’ordine, agenti segreti, magistrati, giornaletti o giornaloni; e vorreste dirmi, voi, far credere a proprio a me, che il mio Gad non si sarebbe accorto di niente?