Prodi&Letta show
Perché la sintesi è una dote importante per non essere in preda del primo imbonitore
C’è da sperare con tutto il cuore che l’intenzione abbia successo. Del professor Luca Serianni, dico, il grande linguista chiamato a dirigere un gruppo di studiosi incaricati di riformare i metodi di apprendimento dell’italiano nelle scuole: “Dalle medie alla maturità, meno temi e più riassunti”, ha spiegato il professore, “la sintesi è una dote importante, la capacità di strutturare un discorso e di riconoscere se è ben fatto, è fondamentale, ci sottrae dall’essere in preda del primo imbonitore”. Speriamo che ce la faccia. Lo diciamo da incompetenti convinti, però pragmatici. Si consideri, ci spieghiamo con un esempio, un possibile tema sulla strettissima attualità: “Racconti lo studente, poi commenti, il significativo show di due stimati leader della sinistra ieri a Cesenatico”. Che già s’immaginano le narrazioni dettagliate dentro un diluvio di pagine: Prodi sull’esito doloroso del battacchio del campanello, Letta che si propone come estrema candela dei valori, poi di nuovo Prodi con la tenda, però senza il campeggio, poi di nuovo Letta con Dibba, e per “tutta la vita”, ma anche Bartolino, allora, ma a questo punto pure il ruolo dell’intelligenza imprescindibile di Damilano, e vai, quindi, e vai, e vai, col tema chilometrico che potrebbe finire col confondere l’italiano dello studente. Laddove, l’auspicato riassunto del professor Serianni: “Ma che davero? Di nuovo ‘sti du’ cazzari?”.
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