Campiello 2010, effetti weinsteiniani. Gad Lerner ci aveva avvisati
Mentre veniva premiata Silvia Avallone, Bruno Vespa invitò la telecamera a inquadrare “lo splendido décolleté”
Non dimenticheremo che ci fu chi ci mise per tempo sull’avviso. Ricordiamo bene la scena del Campiello 2010. Ci è tornata in mente in questi giorni orrendi, mai visti, giorni weinsteiniani. Cioè. Silvia Avallone saliva sul palco a ritirare il premio Opera Prima e il Corriere la raccontò così: “26 anni, alta, avvenente, in abito bianco lungo con una scollatura profonda”. “Complimenti per lo splendido décolleté, mi raccomando di inquadrarlo” si permise di suggerire alle tivù il presentatore Bruno Vespa. “Com’è possibile? Vespa si comporta come un vecchio bavoso”, sussurrò allora Michela Murgia, l’ottima autrice di Accabadora, al nostro Gad. Il quale, concentrato sul libro, non poteva far caso al décolleté che la Avallone, d’altra parte, aveva probabilmente confuso con un eskimo. Il nostro Gad capì subito. Ci avvisò infatti da Repubblica, il giorno dopo: “Al Premio Campiello, senza dubbio uno dei più seri e prestigiosi concorsi letterari del nostro paese, non sono mai state richieste le misure vita-seno-fianchi degli scrittori”. Sette anni appresso, Vespa avrebbe strappato alla Rai un contratto non da giornalista, da artista. Hollywood sarebbe esplosa per via di alcune scollature addirittura meno profonde. La signora Avallone non sappiamo. Ma noi qui, a rigiraci i diti per dar ragione a Lerner, la nostra piccola vedetta bombarda.