Quello che Mattarella non dice sul M5s
La Costituzione, il codice etico, Grillo, Casaleggio e qualche umile consiglio al presidente della Repubblica
Se come sarebbe, anzi, com’è, suo strettissimo dovere in seguito a giuramento solenne, gridasse davanti alla stampa prona che quelli non li fa manco candidare; che la Costituzione più bella del mondo non ammette vincoli di mandato punto e basta; che non sta né in cielo né in terra un partito eversivo che chieda un voto eversivo per un risultato di eversione ulteriore; che le multe dai notai se le devono quindi ficcare in quel posto; e che il popolo, volere o volare, resta più sovrano della Casaleggio & Co. Se il presidente Mattarella, cioè, non il professor Zagrebelsky, il quale può dire ciò che vuole, ma proprio il presidente Mattarella, che certe cose dovrebbe dirle anche se non vuole, scandisse tutto questo, e con una certa premura, eviterebbe, primo, che questa ininfluente rubrichina dovesse menarsela terribilmente da qui al 4 marzo accusandolo ogni giorno di tradimento della Costituzione. Ma riuscirebbe soprattutto a dimostrare, secondo, che le vie del Signore sono davvero infinite: poiché trascorrere tutta una vita da aspiranti gesuiti non impedisce a nessuno di concluderla da Indiana Jones.