Comunismo e nostalgia
Tutti sanno che Bersani vuole riprendersi il partito. Basta saperlo fare, benedetti compagni
Non date retta ai coglioni, la nostalgia è largamente comprensibile. Come la voglia di proprietà, che proprio il massimo non sarà, ma cosa ci vuoi fare. Vizi ambedue da contrastare, oh, e capiamoci bene almeno tra noi progressisti. Però, con modi adeguati ai tempi. Prendiamo il comunismo il quale, per quanto se ne voglia dire, una passione è stata. Oppure il suo strumento, vale a dire il partito. Stalin a parte, che esplodeva d’amore fino all’uso della picozza, i suoi stessi successori avvertirono un tale senso della proprietà da lanciare un camion addosso perfino a Berlinguer. Per dire. Non andò bene? Ma ci provarono. Perché era roba loro, il partito. Poi Putin stesso, che dal comunismo si dimise, soltanto per averne odorato il profumo usò il polonio contro il primo rompicazzi incontrato. Era per confermare, bon, come sia di nuovo il furto del partito che Bersani non perdona a Renzi. Mica è una novità. Lo sanno tutti. E tutti sanno che Bersani se lo vuole riprendere. E tutti capiscono lui e D’Alema. Basta saperlo fare, benedetti compagni. Avete scelto Grasso. La scelta pare arguta. Speriamo, perché sarebbe un vero capolavoro. Mai visto un Beria somigliare a Orietto Berti.
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