Cinque truffe passate alla storia
Da Wilhelm Voigt a Bernie Madoff, la sesta è oggi in cantiere in Italia
Nel 1906 Wilhelm Voigt, calzolaio, riuscì a farsi passare per ufficiale prussiano e mise le mani su ingenti somme di denaro. Lo arrestarono, venne salvato dal Kaiser che s’era molto divertito. All’incirca novant’anni prima, era il 1817, May Baker se l’era inventata praticamente identica. Figlia del calzolaio di un’isoletta nell’Oceano indiano, si raccontò come principessa rapita dai pirati e campò da nababba sotto il nome di Caraboo Princess. Victor Lustig operò nel 1925. Come Totò la fontana di Trevi, riuscì a vendere, però sul serio, la Tour Eiffel: il commerciante di metalli che l’acquistò rinunciò alla denuncia per non sputtanarsi nell’ambiente. Han Van Meegeren incarnò il più geniale falsario d’arte del Novecento. Replicava sopra tutti Vermeer utilizzando tele originali del ‘600. Non copiava, inventava nuove opere, ne vendette un paio, a prezzi da capogiro, a due capi nazisti. Ebbe un anno di prigione in tutto. Arrivò poi, e siamo ormai nel 2008, Bernie Madoff: 150 anni di carcere per via che i tempi cambiano. Aveva usato uno schema detto Ponzi: rendimenti più elevati, pagati con i depositi dei nuovi gabbati. Un imbroglio da 65 miliardi di dollari. E siamo così alle cinque truffe passate alla storia. La sesta, ma diventerebbe la prima, è oggi in cantiere da noi. Prevede che gli inculati più inculati dal voto più limpido della storia assurgano, limpidamente però, eh, al ruolo di coinculanti.