Breve ripasso degli ultimi 70 anni di storia di Israele
Antisemitismo? Non diciamo cazzate: sempre e solo critica politica fu
Ripassa Marcenarino, mi dicevano a scuola, ripassa che ti fa bene. E ripassiamo. Ben Gurion non andava bene, però nel 1948, ed era il primo. Moshe Sharett nemmeno: del Mapai pure lui. Levi Eshkol guidò una coalizione con i laburisti. Più aperta, diciamo. Al diavolo Eshkol. Golda Meir, laburista, donna e progressista. Reagì a Monaco, mamma mia! Yitzhak Rabin, generale generoso, come se ne disse da morto, venne bollato in vita per guerrafondaio (era il 1974). Sfiga, talora tocca. Arrivò Begin, Likud, destra e lasciamo perdere. Shamir, nemmeno a parlarne. Il laburista Rabin, per tre anni. Che un friccico di pace la voleva, magari. E niente. Dopo Rabin, Shimon Peres, socialista, saggio e moderato. Lo maledissero. Trentasei mesi di Netanyahu: che nemmeno sentirne, di un nazista del genere. Ehud Barak, altro socialista, offrì ad Arafat il 98 per cento della Cisgiordania, Gaza, più il settore arabo di Gerusalemme come capitale del nuovo stato palestinese. Ne seguì l’intifada più sanguinosa. Toccò a Sharon, già battezzato il porco. Cedette Gaza senza contropartite, in segno di buona volontà. E sgomberò di brutto i fratelli suoi, chiamati, chissà perché, coloni. Partirono subito da Gaza stessa, tanto per interloquire, migliaia di missili verso Israele. Ehud Olmert non andava bene, e pour cause. Nel 2015, di nuovo Netanyahu. Il quale tuttora, li mortacci sua, resiste. L’uno diverso dall’altro, insomma, e molto spesso opposti, questi dirigenti ebrei sempre un disastro sono stati. 70 anni ininterrotti di disastri. E Israele non schiodava. Ma è impossibile! Ma che rabbia! Antisemitismo, peut-ètre? Non diciamo cazzate: sempre e solo critica politica, fu.
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