E ora Salvini invada Malta e Libia
Mica ce lo dimentichiamo di quando qualcuno intendeva mandare le truppe nostre in Niger e lui, giustamente, alzò la voce: “Ma quale Niger, in Niger è una pagliacciata, in Libia, in Libia dobbiamo mandarle"
Adesso, se è un uomo, il ministro Salvini ci toglierà dai piedi quella caccola di Malta. La invada, la circondi, la riduca a uno scoglio per polpi, basta che ci tolga dai piedi quei commercianti a mezza strada tra Londra e Nicosia, quei ladroni profittatori e bastardi figli di Albione che non sono altro. E sempre che sia un uomo, toccherà poi alla Libia. Mica ce lo dimentichiamo, sarà stato il settembre scorso, forse nemmeno, di quando qualcuno intendeva mandare le truppe nostre in Niger e lui, giustamente, alzò la voce: “Ma quale Niger, in Niger è una pagliacciata, in Libia, in Libia dobbiamo mandarle, le truppe, per bloccare quei negri”. Ce le mandi ora, dunque. E subito. Le sbarchi a Tobruk, occupi il litorale in faccia alla Germania imbelle. Glie ne verrà un trionfo, diventerà leggenda. Partirebbe da Roma con volo militare per portare conforto ai suoi soldati. Che poi non accadrà, e la Nazione tutta se lo augura. Ma se dovesse accadere, se di nuovo si dovessero verificare gli abituali problemi di mira della contraerea tricolore; se lo prendessero i nostri per maltese e lo abbattessero, Salvini diventerebbe comunque il nuovo Balbo. Cioè, all’incirca: quasi fascista e tendenzialmente Italo.
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