Gustavo Zagrebelsky, non parli più?
Sta andando in scena una solenne cantonata culturale e storica. L’ultima sollecitazione l’ho letta ieri
L’ultima sollecitazione l’ho letta ieri. Cioè. Piove, frana, va in onda la Meloni per la Patria, l’opposizione è su Marte, cancellano la prescrizione, la particina di popolo con cui tocca far fronte gode che venga giù Portofino così la barca dell’Amor nostro, almeno, impara; l’Amor nostro, lui, rammenda, e rammenda, e rirammenda ancora quelle sue favolose calze a rete; con l’ago e il filo di un superbo Tajani; Claudio Magris dà il meglio di sé confondendo Ezra con Casa; scrive Mieli, anticipato da Pigi, che il cerchio resta cerchio, su questo non ci piove, quanto alla botte, però, sta andando in scena una solenne cantonata culturale e storica: ma lasciateli lavorare, perlamadonna, eredo-comunisti che non siete altro; perfino a Repubblica si sono convinti di poggiare su un passato per bene; sette sciami di cavallette stanno planando sopra i campi del terzo figlio così come sui risparmi nostri, eppure, eppure mentre quello dorme, e fortuna che almeno ce n’è uno, il masochista che è in noi non ce la fa: ehi tu, Gustavo Zagrebelsky, non parli più?