I Toninelli paralleli
Se la nostra immagine del ministro grillino non corrisponde alla realtà
Sul Pd, se mai, domani. Sentiamo oggi il dovere, per la nostra salute, di porre un limite alla faziosità. Di dover immaginare, e ad esempio estremo prendiamo Toninelli, come egli stesso possa non corrispondere al Toninelli che ci siamo ritagliati e calzati secondo comodo. Che sia, lui stesso, altro dalle sue memorabili gaffe, oltre e meglio. Abbiamo cioè il dovere di concederci, per rispetto di noi più che dell’Esempio, un Toninelli teso ogni volta alla ricerca dentro di sé, prima di esprimersi pubblicamente.
Che s’impegna, che s’interroga, che vorrebbe ricostruirlo subito a sua volta, quel cacchio di ponte, o scoprire benefici del Tav superiori ai costi, e però che si sbatte, s’intorcina e non dorme scrutando dentro se stesso, senza scovare comunque il modo. Ma ne patisce. Siamo troppo abituati a svilire le sincerità di chi non abita le nostre, di sincerità. Troppo portati a dipingere i Toninelli quasi che, scoperta la pacchia e appesi a Giggino, non intendessero a nessun costo mollarla, la pacchia. Troppo sicuri della nostra diversità con “quelli là”, noi. Troppo arroganti. Troppo. Allora: avevate mai pensato a tutto ciò? Ah sì? E bravi fessi.