La sagra degli antisemiti
Un sondaggio dice che un quarto degli italiani non vorrebbe un ebreo in casa
Qualche dato. A leggere il recente rapporto del Pew Research Center, uno degli istituti di ricerca più autorevoli del mondo, si impara questo: lasciamo stare musulmani, indù, animisti eccetera, che quelli manco dipinti, ma gli italiani che non accetterebbero in alcun modo un ebreo in famiglia risultano il 25 per cento, un quarto del paese. In Francia, dove a quanto si legge l’antisemitismo deborda, sono il 17, il 13 in Spagna, il 5 in Svezia e in Olanda il 3. In Italia, il 52 per cento dei connazionali ritiene che il livello di immigrati debba diminuire. Pensano la stessa cosa il 30 per cento dei francesi e il 38 dei tedeschi. Non proprio la metà ma quasi. A considerare gli immigrati una risorsa è il 12 per cento dell’Italia, contro il 56 per cento della Francia e il 58 della Germania (paesi che hanno mille volte gli immigrati che abbiamo noi). Nelle tre classifiche appena citate, in Europa l’Italia è prima. Forza e onore. Basta a questo punto ricordare che il professor Ernesto Galli della Loggia, già elettore grillino e appoggiato tuttora da una serie impressionante di acculturatissime teste di minchia, insiste non già che la sinistra morente (liberale, oh, beninteso quella liberale) debba bonificare la pestilenza, bensì che non faccia la schifiltosa e si radichi ben bene nel territorio dove razzismo e antisemitismo, per intanto, si godono la sagra.