Dedicata ai nostri fratelli migliori
Per quelli che si sentono più vicini ai deboli, alle coscienze limpide sprezzanti dei compromessi
Dedicata ai migliori, a quelli che si sentono più vicini ai deboli, alle coscienze limpide sprezzanti dei compromessi, a coloro che si vivono sinceramente come depositari della sinistra vera, quella perduta di quando c’era Lui, intendendosi per lui, ovviamente, Berlinguer. Dedicata ai combattenti che maledetto Craxi, il quale ci portava al fascismo con la scala mobile, con la Milano da bere e la Grande riforma. Dedicata ai campioni della Resistenza implacabile, quindi ribadita contro il Cavaliere, il quale ci trascinava verso fascismo con la plastica monouso di un partito, più altre plastiche pluriuso di alcune femmine che la Petacci magari. Dedicata ai Nuto Revelli, oppure agli Osvaldo Pesce del terzo millennio, che non caddero neppure nella trappola di Renzi, lo scout traditore dei valori, il quale ci stava portando al fascismo sulla jeep di Marchionne, modificando tre quarti di secolo dopo la Costituzione migliore del mondo, che a non toccarla poi s’è visto. Dedicata insomma ai nostri fratelli migliori, molti dei quali nel Pd, ai compagni della battaglia comune contro il Truce che vorrebbe a sua volta, se nel fascismo tecnico non so, ma spingerci comunque in un mondo di merda. E a tutti loro direi: una su quattro mica si chiama antifascismo, proprio a darvela buona si chiama culo.