La storia ante litteram di Giuseppe Conte
"Zerologia. Sullo zero, il vuoto e il nulla" descrive bene come il nulla fino a ieri può diventare, in un niente, il tutto
E’ di tre anni fa, per i tipi del Mulino, un prezioso libretto di Claudio Bartocci, Piero Martin e Andrea Tagliapietra intitolato “Zerologia. Sullo zero, il vuoto e il nulla”. Un matematico, un filosofo e un fisico, vecchi compagni di liceo, si cimentano nell’inseguimento dell’assurdo, dell’indicibile che senz’altro verrà detto domani, dell’uomo che al mondo arriva dopo un incalcolabile nulla e nello stesso incalcolabile nulla si esaurisce. Che bello. Leggete quel libretto pieno di vita. Che ancor più scoppiettante sembrerebbe se potessero, i tre invidiabili amici, aggiornare le proprie riflessioni a tre anni dopo, avendo sottomano un caso di studio eccezionale come quello inveratosi nell’avvocato Giuseppi Conte, la zucca più vuota, lo zero più assoluto, il nulla più totale sul pianeta fino a ieri, diventato, in un niente, il tutto.
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