Siate folli, tagliate i parlamentari!
La riduzione dei deputati e dei senatori senza riforme strutturali fa venire in mente la storica frase di Steve Jobs
Nel disinteresse più assoluto del paese radicato nel paese, oltreché nella frenetica rincorsa della politica, quasi tutta, al disinteresse più assoluto del paese da essa sradicato, ma radicato in se stesso, la Camera dei Deputati dovrebbe votare oggi in via definitiva il taglio dei parlamentari. Il taglio suddetto, con la Camera che passerebbe da 630 a 400 membri, mentre il Senato da 315 a 200, porterebbe alla settima economia del pianeta (o ottava, o nona, non fatemi andare su Wikipedia con quello che mi pagano) un risparmio di 100 milioni di euri l’anno: l’equivalente di una barca con tre salotti e relativi controcazzi che un solo riccone si può giocare a chemin de fer, mentre quattrocento idraulici a briscola. Avverrebbe, lo storico taglio, senza alcun accordo politico sulle riforme elettorali, e figurarsi le costituzionali che avrebbero dovuto accompagnarlo. O ancor meglio, precederlo. Piace ricordare, nel fausto frangente, le due parole di Steve Jobs celebratissime dal popolo: siate folli, esortò. Folli. Giù standing applausi. Avevano capito deficienti.