Gian Carlo Caselli (foto LaPresse)

Noi, eroi abbagliati da Gian Carlo Caselli

Andrea Marcenaro

Uno sogna Ercole, le sue fatiche, l’Idra di Lerna, il leone di Nemea, e non può che sentirsi piccino. Fintanto che non guarda con più attenzione se stesso

Uno sogna Ercole, le sue fatiche, l’Idra di Lerna, il leone di Nemea; poi Mandela, i 27 anni nelle carceri sudafricane; sogna Ulisse e Giasone, vent’anni di pericoli e mille paure per trovare il vello d’oro; sogna le sofferenze eroiche sopportate da Prometeo pur di regalarci il fuoco; e Cesare Battisti, con la fatica estrema per la sua Trento italiana, o papà Cervi e la sua forza dopo sette figli uccisi. Simili eroi uno sogna, e non può che sentirsi piccino. Fintanto che non guarda con più attenzione se stesso. E l’eroismo messo in campo per sopportare da più di quarant’anni l’abbagliante coiffure di Gian Carlo Caselli.

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  • Andrea Marcenaro
  • E' nato a Genova il 18 luglio 1947. E’ giornalista di Panorama, collabora con Il Foglio. Suo papà era di sinistra, sua mamma di sinistra, suo fratello è di sinistra, sua moglie è di sinistra, suo figlio è di sinistra, sua nuora è di sinistra, i suoi consuoceri sono di sinistra, i cognati tutti di sinistra, di sinistra anche la ex cognata. Qualcosa doveva pur fare. Punta sulla nipotina, per ora in casa gli ripetono di continuo che ha torto. Aggiungono, ogni tanto, che è pure prepotente. Il prepotente desiderava tanto un cane. Ha avuto due gatti.