L'Anm e la sagra della trasparenza
Tutti quelli tirati in ballo da Palamara si giustificano e amareggiano, uno dopo l’altro, l’altro dopo l’uno, senza alcuna eccezione
Sono amministratori di giustizia, nessun dubbio che abbiano detto la verità. E che il loro collega Luca Palamara li abbia additati, coinvolti e denigrati soltanto per disperazione. Il magistrato Eugenio Albamonte: “Da presidente dell’Anm denunciai fin dal 2017 la degenerazione del correntismo e l’invadenza dei gruppi”. La magistrata Donatella Ferranti: “Sono amareggiata, a cena, io? Lo sanno tutti che io ceno a casa”. Il magistrato Giuseppe Amato. “Nessun accordo. Io venni eletto senza accordi di alcun tipo”. E così via, uno dopo l’altro, l’altro dopo l’uno, senza alcuna eccezione. E alla fine per riassumere, com’era giusto, l’Associazione nazionale magistrati: “Da Palamara soltanto falsità”. Sicuramente è così. E a rispondergli è stata infatti, dall’altra parte, una vera e propria festa della trasparenza. Un concerto della trasparenza, una sagra. Assistendo alla quale, pare, la moglie di Cesare avrebbe poi scelto di andare a battere.
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