Un brodino caldo per Salvini
Un anno fa avrebbe vinto sicuro, oggi è ridotto a trasferirsi a Lampedusa per insultare quei disgraziati sopravvissuti alla traversata
Bisogna aver pazienza. Pazienza, unita a un briciolo di comprensione. Un signore che, al punto in cui si trova, potrà andare a cena soltanto col senatore Bagnai, ha comunque diritto a una parola buona. Un signore che viene fresco fresco dal prendere duecento miliardi di sberle in Europa possiede tutti i titoli per invocare la Madonna. Eccome se li possiede. Uno sfigato che, se si fosse votato un anno fa (come spingevano a fare i più acuti editorialisti del Circo Togni), avrebbe vinto sicuro e invece, mannaggia, ha certamente perso. Che smarrisce per strada gli alleati. Uno che ormai deve farsi orrore da solo, per quel ritmato ritorno ad azzannare i polpacci dei disgraziati sopravvissuti alla traversata. Che è ridotto a trasferirsi a Lampedusa per insultarli. Che avrebbe bisogno, lui sì, di un brodo caldo, ecco, cosa ancora vorreste fare a un tipo del genere? Se non avere una parola buona? Se non spiegargli che in fondo lo capiamo? Che mai, mai come nel suo caso, la fine giustifica i mezzucci?