In lotta tutti uniti: leghisti con un cuore , grilloidi, piddini, ex renziani o tuttora renziani, neolombrosiani, vecchi sociologi, nuovi liberali, antichi innamorati di Di Pietro poi pentiti, freschi d’amore travagliastro, popolaccio e pensatori, poi lettori del Foglio come del Fatto tutti insieme, o quasi, nella guerra per l’ergastolo a quei due. E brevi manu: le chiavi della cella da buttare, che famiglia di merda, basta con quelle pene sull’andante, viva il carcere duro, niente permessi, basta sconti, stop a mollaggini tipo Jonny lo Zingaro e che non rompa i coglioni coi diritti del detenuto, quel Battisti. Una sinfonia per il carcere, via fascio-palestrati, come non si sentiva da decenni. E ora, ora che un minimo di mal sopportata difesa individual-occidentale tenta lo sforzo sovrumano di fare capolino, capita perfino di leggere che potrebbero non essere stati loro. Una possibilità su mille? Sia pure. In ogni caso, perché questo è ciò che conta, nemmeno una virgola deve andar sottratta al conforto regalatoci dalla tintinnante unità del paese. A proposito: dopo su che porcata lottiamo?
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