Ho aspettato tre giorni e nemmeno uno, come il direttore Cerasa, aspettando di leggere le scuse di Roberto Saviano a Nicola Cosentino, il quale trascorse tre anni in carcere, ne subì nove di gogna, ebbe una vita devastata non solo grazie a lui, molto però grazie a lui, cui è capitato per caso di essere scagionato in appello. Invece niente. Per cui, un volgare ragionamento. Se Saviano, tipo forse vagamente narciso, avesse chiesto scusa, avrebbe dato modo di mostrarsi in buona fede, di poter continuare come niente fosse a massacrare i Cosentino prossimi, a portata di mano, e avrebbe capito, sopra tutto, che lo scusarsi (fosse mai vagamente vero che quel poco narciso egli è) sarebbe stata una splendida maniera di fare il pavone. È che Saviano, per quanto prestigioso intellettuale, così intelligente non parrebbe. Perfino meno, anzi, ma adesso vogliamo esagerare, del professor Ernesto Galli della Loggia.
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