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"Cosa sono, un deficiente?". Cacciari è lo Sgarbi di Nietzsche

Andrea Marcenaro

Il triste spettacolo del filosofo di Venezia, che in tv perde stima di se stesso. Teniamocelo stretto, uno come lui. Felicitiamoci quando s'incazza molto

Ecco, se un rischio ulteriore comporta questa maledetta pandemia, è che le menti più acute di questo paese, le più larghe e vivaci, perdano stima di loro stesse, col rischio di abbattersi. Non è stato un bel vedere, l’altra sera, lo spettacolo di Massimo Cacciari il quale, dopo aver inveito con eccellente indignazione contro il “delirio normativistico” dell’ultimo decreto antivirus, non è riuscito a evitare di domandarsi, da solo, in tivù: “Ma cosa sono, un deficiente?”.

 

Cacciari. Deficiente. Ecco, questo no. Questo fa male a lui, a noi, fa male a tutti. Già qualcuno venne tentato da analoga domanda allorché il Mose, contro cui Cacciari veniva dall’aver speso gli anni suoi più maturi, tenne asciutti i piedi dei veneziani. Ma i piedi, non la testa.

 

Cacciari non è tipo che bada ai piedi. Tenercelo stretto, uno come lui. Ascoltarlo. Impedirgli di doversi chiedere addirittura se è deficiente. Felicitarci quando s’incazza molto. Anche sempre. Sussurrargli al più:  “Deficiente? Ma va là! Lei ci sembra, professor Cacciari, lo Sgarbi di Nietzsche”.

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  • Andrea Marcenaro
  • E' nato a Genova il 18 luglio 1947. E’ giornalista di Panorama, collabora con Il Foglio. Suo papà era di sinistra, sua mamma di sinistra, suo fratello è di sinistra, sua moglie è di sinistra, suo figlio è di sinistra, sua nuora è di sinistra, i suoi consuoceri sono di sinistra, i cognati tutti di sinistra, di sinistra anche la ex cognata. Qualcosa doveva pur fare. Punta sulla nipotina, per ora in casa gli ripetono di continuo che ha torto. Aggiungono, ogni tanto, che è pure prepotente. Il prepotente desiderava tanto un cane. Ha avuto due gatti.