Andrea's Version
Sottopancia sottosopra
Nessuno, nell'orbita dei talk show, ha speso una parola per la condanna di Del Turco contro ogni prova. Ne basterebbe una sola per la didascalia tv che vorrebbe Dibba
Due faccende collegate tra di loro. La prima. Alessandro Di Battista ha proposto di applicare un sottopancia didascalico all’invitato televisivo che in quel dato momento stia parlando. Cioè che spieghi se, chi sta esprimendo la propria idea sui grandi mezzi di comunicazione, sia mai stato denunciato o no, condannato e quante volte, perché e per come, quando e con chi. Cosa valga insomma moralmente. Un’infamia? Molto di più.
Ma un momento, la seconda faccenda. Capi di Camera e Senato, segretari dei partiti di governo e di opposizione, capataz dei grandi sindacati, giornalisti importanti, intellettuali di peso, grandi manager, borghesie milanesi, torinesi, aostane, o calabresi che siano; ma insieme a loro artisti impegnati, tipo le Michele Murgie, le Fiorelle Mannoie, i Fabi Fazi, le Michele Marzano. le Lilli Gruber o le Fiorenze Sarzanini, più il 99,99 per cento degli ospiti e dei protagonisti televisivi abituali, non hanno detto né diranno una parola sul fatto che Ottaviano Del Turco sia stato condannato non senza prove, contro le prove che lo assolvevano. Che sia stato scannato come un agnello, che gli sia stata tolta la pensione, l’onore, la dignità la salute e la pianto qui. Ecco. Che vadano in televisione, questi qua, e che sia posta sotto la pancia di ciascuno di loro una parola sola: MERDA.
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