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73 anni di Israele e non gli è andato bene un presidente
Quelli di sinistra, pessimi. Quelli di destra, manco fossero il diavolo. Da Ben Gurion a Netanyahu solo disastri. Ma chiamarlo antisemitismo? No, questo mai
Israele ha 73 anni. Altro ripassino. Nel 1948 Ben Gurion fu il primo, non andava bene. Moshe Sharett nemmeno: del Mapai pure lui. Levi Eshkol in coalizione con i laburisti. Al diavolo Eshkol. Golda Meir, laburista, donna e progressista. Pessima. Yitzhak Rabin, ottimo da morto, però bollato in vita come guerrafondaio (era il 1974). Toccò a Begin, Likud, destra: manco fosse stato il diavolo. Di Shamir, nemmeno a parlarne. Altri tre anni con Rabin. E niente. Dopo Rabin, Shimon Peres, socialista. Lo maledissero. Trentasei mesi di Netanyahu: praticamente un nazista. Ehud Barak, altro socialista, offrì ad Arafat il 98 per cento della Cisgiordania, Gaza, più il settore arabo di Gerusalemme come capitale di un nuovo stato palestinese. Partì l’intifada. Sharon, già battezzato il porco, cedette Gaza senza contropartite. Volarono verso Israele, tanto per interloquire, migliaia di missili. Ehud Olmert non andava bene. Di nuovo Netanyahu, il quale tuttora resiste. Come li giravi li giravi, comunque disastri. Antisemitismo? Certo che no. Perché erano o sono ebrei israeliani? Sembrerebbe da escludere. Ma un fatto resta certo: in 73 anni, non in due o tre anni, dicasi in 73, mai un esquimese. Perché?