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Con Barbero abbiamo pure il professore no prof
Uno storico spigliato, simpatico, fuori dal paludato, un tantino pragmatico, forse, ma comprensibile anche ai molti, perciò ricercato e venerato. Certo, sulle foibe... Purtroppo la perfezione non è di questo mondo
È diventato in breve un monumento mediatico. Giustamente. Perché Alessandro Barbero è uno storico spigliato, simpatico, fuori dal paludato, un tantino pragmatico, forse, ma comprensibile anche ai molti, perciò apprezzato, ricercato e venerato, adesso la diciamo grossa, quasi come Mario Draghi. Mostra qualche venatura antisraeliana, a dirla tutta, la perfezione non è d’altronde di questo mondo. Intervistato ieri dal Fatto, il professor Barbero ha prima vistosamente abbracciato le furbissime idee del suo collega Montanari sulle foibe (non dico del tutto “sbagliate”, dico “furbissime”), aggiungendo poi di suo: “È finita comunque la sinistra. Nei paesi occidentali non c’è più nessun partito che si presenti alle elezioni dicendo: ‘Noi rappresentiamo gli operai e vogliamo portarli al potere’. La sinistra era quello, nient’altro”. E ci voleva. Perché siccome, dai no tav, ai no vax, ai no tap, ai no sex, ai no nuke e ai no pass, noi non ci facciamo mancare niente, adesso abbiamo pure il professore no prof.