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Anche Dante climatologo no!
In un convegno organizzato dall’Istituto italiano di Cultura a Parigi si è autorevolmente dibattuto su come “dal castigo divino alle inondazioni di oggi, il poeta avesse già capito tutto… Era infatti una persona sensibilissima alle variazioni climatiche”
Grazie a Piero Vietti il quale ha notato, su Tempi.it, il modo singolare con cui la Stampa di Torino ha celebrato nella sezione detta culturale il settecentesimo anniversario della morte di Dante Alighieri. Riferendo, cioè, di un convegno organizzato dall’Istituto italiano di Cultura a Parigi in cui è stato autorevolmente dibattuto su come “dal castigo divino alle inondazioni di oggi, il ‘climatologo’ Dante avesse già capito tutto… Era infatti una persona sensibilissima alle variazioni climatiche”: nell’Inferno della Commedia c’era infatti non a caso un caldo tremendo, in Paradiso proprio no e in Purgatorio così così; ma aggiungendo di seguito, buon peso, “che se Shoah e Gulag sono stati l’inferno del Novecento, un’estate come quest’ultima, con trombe d’aria improvvise, inondazioni e temperature vicine ai 50 gradi, prospetta un futuro prossimo abbastanza infernale”. Bene. E’ per merito di concetti tanto elevati che questa stupida rubrichetta, saltata ieri nel cordoglio del paese, può recuperare oggi proponendosi in double face: se ne può ridere, oppure si può piangere.
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