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Grande Mentana, che mai ha confuso e mai confonderà scienziati e cialtroni
Si potrà pure osservare che, se avesse avuto la stessa determinazione quando il monopolio della giustizia apparteneva a Di Pietro, e agli avvocati difensori niente, chissà dove sarebbe lui adesso e chissà la giustizia
Insiste da giorni e bisogna ammettere che ha reso orgogliosa la categoria. Un’ora sì e l’altra no sottolinea che lui, in quanto giornalista, si fa un punto d’onore di non aver mai dato la parola a un No vax. Di non aver mai promosso confronti tra vax e No vax, di essere un professionista che mai confonderà scienziati e cialtroni. Magnifico. Si potrà pure osservare che, se Enrico Mentana avesse avuto la stessa determinazione quando il monopolio della giustizia apparteneva a Di Pietro, e agli avvocati difensori niente, chissà dove sarebbe lui adesso e chissà la giustizia. Ma questo è benaltrismo. Quantunque i No vax esistano e per quanto, orrendo che possa apparire, farli parlare (quel poco) suonerebbe ovvio, pur sempre un eroe resta Mentana. Un anticonformista. Perché ha ragione. Non si scherza con l’etica. Mai. Per questo motivo sembra giusto raccontare ai giovani come si avvicinò alla professione. Era un bambino sveglio, prese a leggere i giornali coi grandi articoli di Giorgio Bocca, di Enzo Bettiza, il boom economico nella Brianza del dopoguerra, la storia tragica dell’Istria comunista. Troppe immagini in testa, troppe emozioni dentro. Non ce la fece a dirsi: “Enrico, tu da grande devi fare il geometra”.