Gianni Cuperlo (Ansa) 

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Gentile Cuperlo, la maleducazione paga

Andrea Marcenaro

Il deputato Pd ha chiosato con la consueta delicatezza le consuete scarponate di D’Alema. Forse ci voleva più energia

Ci sarà Djokovic, ma c’è anche Cuperlo. Riflette senza smettere un momento. Di continuo. Saranno quarant’anni. In quel modo sempre gentile, delicato, rispettoso. Senza mai farsi notare troppo, provocare un sussulto, un disagio, una qualsiasi brezza per alcuno in possesso di due capelli. Bene. È successo quindi che Cuperlo, anche ieri, abbia chiosato con la consueta delicatezza le consuete scarponate di D’Alema rivolte senza speranza a chi, ormai, lo individua come peone più che come leader. Di quelle osservazioni, ovviamente, D’Alema finirà per fottersene. Lo faceva prima. Lo fa ora. Nessuna ambizione di alcun Cuperlo sfiorerà mai gli arrivismi frenetici di un Gad. Esaspera noi, però, venire a riscoprire ogni volta un mondo dove troppe persone vengono rovinate dall’inconsapevolezza di quanto appartenga alla buona educazione capire il come, il quando, il perché, e ciò che più conta, a causa dell’esistenza di quali ineguagliabili bestie, la scelta più educata sia diventare maleducati.

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  • Andrea Marcenaro
  • E' nato a Genova il 18 luglio 1947. E’ giornalista di Panorama, collabora con Il Foglio. Suo papà era di sinistra, sua mamma di sinistra, suo fratello è di sinistra, sua moglie è di sinistra, suo figlio è di sinistra, sua nuora è di sinistra, i suoi consuoceri sono di sinistra, i cognati tutti di sinistra, di sinistra anche la ex cognata. Qualcosa doveva pur fare. Punta sulla nipotina, per ora in casa gli ripetono di continuo che ha torto. Aggiungono, ogni tanto, che è pure prepotente. Il prepotente desiderava tanto un cane. Ha avuto due gatti.