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Israele o immigrati: Salvini scelga la sua priorità
Il vero problema del leader della Lega non è la proposta di trasferire l'ambasciata italiana a Gerusalemme. Ma come non contraddirsi con l'altro suo cavallo di battaglia
Matteo Salvini fa benissimo a mantenere l’intenzione e la promessa di trasferire l’Ambasciata italiana a Gerusalemme nel caso vada al governo. Ne esistono i motivi, per discutibili che siano e per quanta rabbia possano provocare nei tifosi imbecilli della cancellazione dell’Ambasciata italiana perfino a Tel Aviv, o fosse pure nel Negev. E Piero Fassino, un amico sperimentato dei diritti all’esistenza e alla sicurezza di Israele, oltrechè dei palestinesi, né trascurabili né trascurati a loro volta, sbaglia di grosso nel dire che Salvini si rivelerebbe allora un nostalgico del fascismo. Il problema di Salvini, poiché nemmeno lui ha il dono dell’ubiquità, né quello di poter far tutto quanto in una volta, è dover scegliere se andare prima dai tatuati per antonomasia, a trasferire l’Ambasciata, o in mezzo al mare per tatuare il numero sull’avambraccio degli immigrati.
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