Ernesto Galli della Loggia (Ansa)

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Ernesto Galli della Loggia poteva dirlo subito che vuol votare Meloni

Andrea Marcenaro

Nel suo editoriale sul Corriere della sera spiega benissimo e con grande civismo la differenza tra trasformismo e cambiare ragionevolmente idea. Ma per arrivare al punto poteva risparmiare qualche riga

In punta di penna, in modo chiaro, lucido, semplice e ineccepibile. Concetti digeriti e diventati quasi banali per alcuni, questo è possibile, ma nell’editoriale di ieri sul Corriere il professor Ernesto Galli della Loggia ha offerto comunque una lezione di civismo. Senza supponenza e senza strappi, ci ha spiegato la differenza tra il cambiare idea e l’essere trasformisti; ha raccontato con puntiglio storico l’esperienza di tanti sinceri intellettuali, fascisti convinti prima e civilissimamente poi convertitisi alla democrazia; ha ricordato come scelte a tal punto interessanti e onorevoli, quando non doverose, siano state tacciate di viltà e quasi d’infamia dalla faziosità barbara dei nemici politici; di destra come di sinistra; è sembrato convincente, colto, sontuosamente modesto come chi parla a testa alta riuscendo a passeggiare sulle spine di uno sterminato, dettagliatissimo ragionamento tra il culturale e il politico. Unico e trascurabilissimo appunto: già votò Beppe Grillo, il professore, se gli sconfinferava adesso di votare Meloni, due righe e se la cavava.
 

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  • Andrea Marcenaro
  • E' nato a Genova il 18 luglio 1947. E’ giornalista di Panorama, collabora con Il Foglio. Suo papà era di sinistra, sua mamma di sinistra, suo fratello è di sinistra, sua moglie è di sinistra, suo figlio è di sinistra, sua nuora è di sinistra, i suoi consuoceri sono di sinistra, i cognati tutti di sinistra, di sinistra anche la ex cognata. Qualcosa doveva pur fare. Punta sulla nipotina, per ora in casa gli ripetono di continuo che ha torto. Aggiungono, ogni tanto, che è pure prepotente. Il prepotente desiderava tanto un cane. Ha avuto due gatti.