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Se muore un Savoia ai Verdi viene un colpo
Considerati tutti i consumi, gli sprechi e le emissioni prima, durante e dopo le esequie della regina, farebbero bene a proteggere la salute della royal family nostrana
Viste le esequie di Elisabetta seconda, sbalorditi dalla paralisi cui un grande paese ha voluto sottoporsi per renderle omaggio, colpiti dalla compostezza, dall’armonia severa e dalla precisione naturale dell’insieme, dall’equilibrio tra il tradizionale e il moderno con cui l’intero mondo ha voluto seguire il decesso; eppure dalla quantità di Co2 emessa dalle auto al passo, dai peti dei cavalli, dalle moto lampeggianti, dalla quantità di orsi spellati vivi per erigere i berrettoni delle guardie, dall’energia impiegata per plasmare statuette e piattini del ricordo, dalle luci ficcanti dei fari notturni, dalle cannonate a salve, dagli aerei sospettosamente privatissimi dei capi di stato, di governo e delle teste coronate d’Europa, laddove dal traffico intasato e più inquinante delle periferie proletarie; ma anche dai gommoni scorreggianti vigilanti su e giù per il Tamigi, dalla quantità di acqua consumata da troppi anziani i quali, Fulco Pratesi o no, in una settimana avranno tirato lo sciacquone minimo una volta, si spera ecco, e in conclusione, che il capo dei Verdi ecologisti nostrani vigili da par suo sulla buona salute dei Savoia-Aosta.
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