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Giornalisti che scassano sull'antifascismo: prima troppo poco, poi troppo
Gli stessi che hanno ammazzato Craxi, Berlusconi, Renzi, e Falcone tramite Orlando e Augias e Santoro poi si sono inginocchiati tutti insieme davanti a un beltomo come Antonio Di Pietro
Hanno ammazzato Craxi, hanno ammazzato Berlusconi, hanno ammazzato Renzi, hanno ammazzato Falcone tramite Orlando e Augias e Santoro ma anche, per chi se la ricorda, col contributo notevole di Elena Ornella Paciotti, Pci, Pds e dottoressa esimia in diritto di partito. Si sono recati e inginocchiati tutti insieme davanti a un beltomo come Antonio Di Pietro. E verso quell’altro beltomo, però così educato, a nome Gherardo Colombo. Figura preziosa di magistrato boia e di intellettuale che sa distinguere. Sono andati sotto il balcone di Ingroia per applaudirlo. Sotto il balcone del dottor Scarpinato, ora onorabile, senza che venissero loro conati di vomito. Sotto quello del dottor Di Matteo senza ulteriori conati. Regalarono al piccolo infame Ciancimino la parte di Peter Pan del pentitismo. Hanno allestito scenografie fantasmagoriche per un bugiardo come Oscar Luigi Scalfaro, maniaco di viltà pro domo sua, questa d’altronde è un’opinione mia. Hanno portato in palmo di mano gli anelli d’acciaio di Piercamillo Davigo il quale, attitudine naturale al perfezionamento tecnico delle manette, acquisì il trionfo tra i codici di Beccaria. Scusate. Ho trascurato di ricordare che mi stavo, anzi mi sto, riferendo ai Formigli, ai Floris, alle Gruber, ai Damilano, ai Cazzullo (più libro), ai Molinari, poi quanti ce n’è. Agli stessi che lungo tutta una campagna elettorale hanno scassato le palle al Pd perché non era abbastanza antifascista. E la Meloni nemmeno mezza Petacci, e le montagne che apettavano Fenoglio, e Bella ciao sul fondovalle, e i rattattà dei mitra scalpitanti. Eppure, a cose fatte, che considerano l’antifascismo inaccettabile, stupido, arretrato. Diciamo perdente. E Letta, che avrebbe dovuto giocarlo di più, che l’ha giocato troppo, perciò se ne vada. Ripetiamo qualche nome? Floris, Gruber, Damilano, Cazzullo (più libro), e Molinari, ma ce n’è a mucchi. E vaffanculo loro e viva Letta.