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La speranza si leva: gli ucraini tapperanno le buche in 48 ore
Che meraviglia. Eppure che vergogna. Si levassero pure loro, gli adoratissimi e martirizzati ucraini. Per via di modestissime cavità lungo la Tiburtina (Roma), noi già ci segammo da soli la neocompagna Raggi
E questo, e quell’altro, e uno che chiama a manifestare per la pace, e l’altro che chiama a manifestare spiegando che se stai con Zelensky, benissimo, se no un accidente, stai con Putin e poche palle. Quello che però ribatte: meglio un compromesso imperfetto senza milioni di morti, di un accordo perfetto nel deserto dei vivi. Giusto, no? E come no. Non fosse che quello, coi morti, già ci ha preso gusto. Ed ecco che ci si accalora, e si litiga, e si gioca a saperla più lunga: tanto nel nome della povera Ucraina, quanto col retropensiero di chi riuscirà per primo a nascondere nella dispensa propria la carcassa del Pd. Questo succede nell’amatissima e debolissima Italia. Quand’ecco che, dalla martoriata Kiev, una speranza si leva: “Metteremo a posto in quarantott’ore le buche provocate dai russi!”. In quarantott’ore. Le buche. Da missile. Che meraviglia. Eppure che vergogna. Andassero a cacare pure loro, gli adoratissimi e martirizzati ucraini. Per via di modestissime cavità lungo la Tiburtina (Roma), noi già ci segammo da soli la neocompagna Raggi. Chiedere a Bettini. Mo’ basta. Sigilli ciascuno i fori suoi. O vorrebbero, quelli delle quarantott’ore a Kiev, portarsi a casa il romano Gualtieri perché è un tappabuchi eterno tra i più noti?